«Grazie Kgb», firmato Ted Kennedy

«Grazie Kgb», firmato Ted Kennedy L'ultimo scandalo dagli archivi di Mosca: il senatore teneva contatti con la polizia segreta «Grazie Kgb», firmato Ted Kennedy Confidenze a Breznev in cambio di favori all'azienda di un amico Nella «lista nera» anche il defunto premier dell'India Rajiv Gandhi MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Il vaso di Pandora, colmo di documenti segreti del Kgb, non smette di riversare altro fango: questa volta oltre oceano, a macchiare l'ultimo rampollo della più illustre famiglia d'America: i Kennedy. Le «Izvestija» di ieri rivelano che fu proprio il senatore Edward Kennedy, nel 1978, a rivolgersi niente meno che al Kgb per ottenere contratti di favore nei confronti dell'impresa californiana «Agritek», allora presieduta dall'ex senatore democratico John Tunney, e a sua volta legata con un'impresa franco-americana, la «Finatek S.A.», «diretta - dice il documento scoperto nell'archivio del Kgb, fondo 6 OS, elenco 1, affare OV-1 - da una fonte competente del Kgb, il noto finanziere americano D. Carr», con la cui intermediazione, «nel corso degli ultimi anni, il senatore Kennedy ha potuto realizzare uno scambio di opinioni confidenziali con il Segretario Generale del Pcus». Erano i tempi della «stagnazione», quelli di Leonid Breznev. Con vendicativo sarcasmo la scopritrice del documento Evghenija Albats, giornalista di punta del settimanale Moskovskie Novosti - immagina ora «i grandi titoli dei giornali di tutto il mondo». Ecco che un qualsiasi cacciatore moscovita di documenti segreti, se fortunato, può demolire una carriera a diecimila chilometri di distanza. «E' noto - scrive la Albats - che Kennedy giovane è stato implicato in una serie di scandali, ma una cosa del genere ancora non l'avevamo immaginata». E giù una valanga di contumelie: sapeva il senatore, mentre intratteneva rapporti cjtm la polizia; politica comunista; che Shararis|dj erg,. chiusi nei cf>mpi di concentramento o negli ospedali psichiatrici? Sapeva o non sapeva che Solzenicyn era stato espulso dall'Urss? Sapeva, ovviamente, ma pare pensasse ai suoi affari. Certo non pensava che, un giorno troppo vicino, il comunismo sarebbe crollato e i «files» che il Kgb conservava nei suoi archivi sarebbero JjSJftmti in mani così .jppco riguardose. Koa-io hi <u;< usa di essere.sta-t<?\ma-sèiafnìa qttasi. ComeWnimo un ingenuo. E pare che Edward abbia continuato, pervicacemente, a mantenere rapporti cordiali con il Kgb. Fino all'ultimo incontro, nel marzo del 1990, con l'attuale, involontario ospite della prigione moscovita «Matrosskaja Tishinà», l'ex capo del Kgb e golpista infelice Vladimir Kriuchkov. Hanno trovato lo stenogramma del suo gpllftquio: «Circa una decina di pagi- «esprirrievci preoccurSfi^ lo sviluppo della situazione sul Baltico, in particolare a Vilnius». Ma non basta per salvarlo. E la Albats si chiede sdegnata «con quale leggerezza persone che propagandavano ideali democratici, gente che aveva letto "Arcipelago.Gulag',', e che sapeva bene cos'era il Kgb é quale ruolo svolgeva nelsÉeprimere le libertà démocrajppe, poteva istituire^ cor^attì^pn esso e rivolgergli^riiiiiesTe»-. E. ce n'è - e prÒbaraBfiWiJÌe^lié ine sarà - per tanti altri. Ad esempio per la signora Sirimavo Bandaranaike, leader dei Partito della Libertà ed ex prtmier^dello Sri Lanka, che prerideva soldi per la sue campagne elettorali. Tra gli altri c'è anche il defunto Rajiv Gan¬ dhi, che «ringrazia il Kgb» per il generoso aiuto erogato alla sua famiglia e al Partito del Congresso (lettera dell'allora presidente del Kgb Viktor Cebrikov al Comitato Centrale). E non viene neanche risparmiata l'ingenua Cristina Onassis, andata in sposa al signor Serghei Kauzov, con cui il Kgb «mantiene contatti dal 1979». Il fortunato, diventato miliardario - scrive perfidamente la Albats - con le società create all'estero e la proprietà personale di dieci navi, ricevute in dote, «doveva pur pagare qualcosa per il suo amore». Così - scrive ancora Cebrikov, questa volta a Gorbaciov, in data 20 maggio 1985 - il nominato Serghei, «in cambio della fiducia accordatagli e del permesso di rimanere membro del pcus, ... dal 1982, in seguito ad un accordo, trasmette ingenti somme in vfmtó''e~stera comé-yersamentt per'quòte di partito». Si sa anche quanto: «Al moment^.,attuale..precise Cebrikov - sono 450 mila dollari». Dunque il Kgb aveva anche dei meriti. Con una mano faceva uscire dollari, in aiuto ai partiti fratelli, ma con l'altra ne faceva entrare altri, estorcendoli agli «amici» che la fortuna aveva fatto danarosi all'estero. In gara con le Izvestija - a chi ne tira fuori di più - è scesa ieri anche la Literaturnaja Gazeta. Risulta che la direzione del Kgb iniziò nel 1990 a creare una rete di società commerciali. Si trattava di «fare fronte al rischio crescente d'instabilità politica» e di «meglio utilizzare la rete di agenti esterni e interni» per ottenere fondi destinati a lottare «contro elementi distruttivi, nel caso che la situazione in Urss evolva come nella Germania dell'Est». Ieri sera qualcuno ha tremato a Mosca. Per esempio il colonnello Belousov, ex vice capo del dipartimento spionaggio, fondatore della società commerciale «Santa», che oggi ha per presidente il vice-ammiraglio Jerdetskij, ritiratosi prudentemente in pensione dopo il golpe di agosto. E si trovano le tracce di uomini d'affari occidentali, che «hanno dato Una mano». Un documento dell'ottobre 1991 rivela che l'intermediario per una grrissa partita d'armi da fuoco inviata in Georgia è il signor Jean Pierre Tersou, un francese che i servizi segreti di Parigi conoscevano fin'ora soltanto con la pseudonimo di «Jacques». Giuliette Chiesa La giornalista dello scoop «Come poteva un democratico scambiarsi piaceri coi carcerieri di Bukovskij e Solzenicyn?» Qui di fianco l'ex premier indiano Rajiv Gandhi, a sinistra il senatore democratico Ted Kennedy sotto Cristina Onassis Tutti coinvolti nel giro di favori e dollari con il Kgb