I laghi svizzeri? Una polveriera sommersa

I laghi svizzeri? Una polveriera sommersa BERNA Per decenni gettate in acqua migliaia di tonnellate di esplosivo e persino carcasse di aerei I laghi svizzeri? Una polveriera sommersa Un rapporto governativo: i militari li usavano come discariche ZURIGO NOSTRO SERVIZIO Nelle Alpi svizzere più una vallata è isolata e incantevole, più è probabile che venga usata per delle esercitazioni militari. Cartelli avvertono gli escursionisti di non toccare eventuali proiettili e mine incontrate sul cammino, ma di affrettarsi a segnalarli alle autorità. Nel 1991 ciò è avvenuto ben 2500 volte. Nessuno però osava sospettare che anche i laghi, vanto del turismo elvetico, fossero oggetto di scempio da parte dei militari. La notizia è scoppiata lo scorso mese di febbraio quando il più grande quotidiano nazionale, il Blick, aveva dato notizia che sui fondali del lago di Alpnach, nella Svizzera centrale, erano stati trovati da alcuni sommozzatori centinaia di filtri per maschere a gas usati dai militari. Reagendo immediatamente, il ministro della Difesa Kaspar Filliger si era impegnato a far luce sulla vicenda. Cosa che è puntualmente avvenuta con la presentazione martedì scorso di un inquietante bilancio sull'eliminazione del materiale bellico obsoleto. Nel loro documento i militari ammettono di averlo affondato nei laghi fino nell'anno 1965. Da quello di Ginevra a Ovest a quello di Walen nella Svizzera orientale, sui fondali di centinaia di laghi svizzeri giacciono migliaia di tonnellate di proiettili, di esplosivi, carcasse di aeroplani, armi e altro ancora. Solo nel lago di Thun ad esempio ci sono ben tremila tonnellate di proiettili e altre mille tonnellate giacciono in fondo al lago di Uri. Le stesse autorità militari hanno comunque ammesso che la lista è tutt'altro che completa, valutano però che i depositi che ospitano scorie belliche siano alcune centinaia. Contemporaneamente hanno però cercato di tranquillizzare la popolazione sostenendo che non esiste alcun pericolo diretto né per la gente né per l'ambiente. Pertanto nulla verrà rimosso dai fondali, ma saranno effettuati regolarmente dei controlli di sicurezza con dei piccoli sommergibili. Attualmente, è stato sottolineato, il materiale bellico viene per quanto possibile riciclato oppure viene distrutto nei pressi del ghiacciaio del Susten. I militari provvedono ormai a ripulire i luoghi dove si esercitano; l'anno scorso nei 140 poligoni di tiro sono state raccolte 188 tonnellate di rifiuti. Oltre ad ammettere gli errori del passato il ministero della Difesa ha voluto andare più in là, annunciando che dal primo luglio verrà introdotta una se¬ rie di severe disposizioni interne per contribuire alla protezione dell'ambiente. Sta di fatto però che senza le rivelazioni del quotidiano Blick, molto probabilmente nulla si sarebbe mosso. Ma dalla votazione per l'abolizione dell'esercito all'aspro dibattito sull'acquisto dei caccia statunitensi FA/18, i militari svizzeri si trovano a confrontarsi con un atteggiamento sempre più critico da parte della popolazione. E' inoltre in corso un'iniziativa popolare con la quale si chiede che anche i militari siano sottoposti alla legislazione per la protezione dell'ambiente. Molti sospettano dunque che le recenti ammissioni del ministero della Difesa siano in realtà una fuga in avanti per prevenire il costante calo di popolarità. Raniero Fratini

Persone citate: Kaspar Filliger, Raniero Fratini

Luoghi citati: Berna, Ginevra, Svizzera