In cella il cassiere dc

In cella il cassiere dcIn cella il cassiere d L'indagine in Veneto s'allarga Un nuovo avviso per Bernini VENEZIA NOSTRO SERVIZIO In manette il primo politico dell'inchiesta veneziana sulle tangenti. E' stato arrestato ieri mattina il segretario amministrativo regionale della de veneta. Lorenzo Munaretto, 60 anni, doroteo (la corrente del ministro dei Trasporti Bernini) è stato prelevato nella sua abitazione. Quando ha visto i carabinieri, che avevano in mano l'ordine di custodia cautelare firmato dal gip Felice Casson, sarebbe scoppiato in lacrime. Nell'imputazione di Munaretto si parla di concorso in corruzione in relazione alle tangenti pagate per la realizzazione di impianti di depurazione legati all'emergenza atrazina. Altre informazioni di garanzia sarebbero state inviate a parlamentari della de c del psi, tra cui il senatore socialista Raimondo Galluppo, eletto il 5 aprile nel collegio di Adria (Rovigo), esponente di spicco della sinistra psi veneta e stretto collaboratore del segretario regionale Cresco. «Avvisi» anche per 6 imprenditori veneti. Due nuove informazioni di garanzia sono state firmate dal pm Salvarani nei confronti dei senatori democristiani Carlo Bernini e Severino Citaristi, ma si tratterebbe soltanto di atti tecnici che ricalcano le due informazioni precedenti. L'arresto di Lorenzo Munaretto ha messo in fibrillazione la de. Il segretario regionale del partito, Giampietro Favaro si è detto comunque fiducioso nell'operato della magistratura. Munaretto sarebbe stato coinvolto nell'inchiesta dalle rivelazioni di Giuseppe Maltauro, il titolare della Cosma Costruzioni di Vicenza. L'imprenditore avrebbe confessato ai giudici di aver versato all'incirca mezzo miliardo: 200 milioni sarebbero finiti a Munaretto, gli altri 300 sarebbero stati equamente divisi tra Raimondo Galluppo («Ho saputo dalla tv che mi sarebbe stata inviata una informazione di garanzia» ha detto ieri sera) e Franco Ferlin, portaborse del ministro Bernini. Ferlin, l'unico degli arrestati a non aver mai risposto alle domande dei giudici, si è visto respingere ieri dal tribunale della libertà la seconda istanza di scarcerazione. Il suo legale, Giovanni Vasoin, l'aveva presentata sostenendo che gli indìzi a carico di Ferlin erano scarsi e che il soggetto non era più «socialmente pericoloso», in quanto - ha scritto il legale - Ferlin «è un appestato, chiunque si guarderà bene dal rivolgersi a lui». Il tribunale della libertà ha motivato il suo no ribadendo che a carico del portaborse di Bernini vi sono «copiosi indizi di colpevolezza» e ricordando che tutti gli imprenditori hanno confessato di aver versato tangenti del 2 o 2,5 per cento a Franco Ferlin affinché intercedesse presso pubblici ufficiali per aprire la strada alla concessione degli appalti. Oggi alle 14,30 Giuseppe Maltauro sarà nuovamente interrogato. u i ,. ,., Con sei condanne e sètte assoluzioni si è frattanto concluso ieri a Venezia un processo per presunti pagamenti di tangenti a otto funzionari pubblici da parte della società Rizzi spa di Rovigo - una delle maggiori aziende edili del Veneto - in cambio di agevolazioni legate ad alcuni appalti. La pena maggiore, un anno e otto mesi di reclusione, è stata inflitta a Goffredo Polesinanti, amministratore delegato della Rizzi. Un anno e sei mesi ciascuno sono stati comminati a Francesco Mandolesi, ex funzionario dell'Arias di Venezia, a Ferdinando Gambardella e Sandro Bortolotto, entrambi ex funzionari del magistrato al Po di Parma. Ad otto mesi ciascuno sono stati condannati invece Fausto Pietrogrande, ex funzionario della stessa amministrazione, e a Paolo Graziadei, ex funzionario dell'Anas di Milano. La pena è stata sospesa per tutti gli imputati, che erano accusati di concorso in corruzione. Polesinanti è stato condannato anche per evasione fiscale. Maria Grazia Raffele Lorenzo Munaretto, de [fotoerrebij