Jeans d'antiquariato chi offre di più? di Gabriella Bosco

Jeans d'antiquariato chi offre di più? Giubbotti, pantaloni e cimeli di Brando o Wayne: asta a Parigi per la maison Drouot Jeans d'antiquariato chi offre di più? 1 PARIGI ROUOT, la celebre casa d'aste, annuncia una | piccola rivoluzione: il 7 EJ settembre non verranno I battuti mobili, tappeti, orologi, porcellane o manoscritti preziosi, ma jeans storici. Levi's leggendari. Yves Saint Laurent l'ha detto, un giorno: «Il mio solo rimI pianto è di non essere stato io a : inventare i jeans». Prevedeva I che il capo d'abbigliamento più resistente, più maltrattato, più ; inelegante, ma anche più pratico, più camaleontico, talvolta più snob e senz'altro più contraffatto del mondo avrebbe finito per meritarsi tanta consacrazione? Chissà. Certo è che lui, Saint Laurent, quel giorno sarà presente. Non foss'altro, per curiosità, ma forse anche per comprare. Si vedranno jeans di tutti i colori, le fogge, le epoche e - soprattutto - ci saranno veri e propri cimeli, quasi reliquie per certi cultori. Ad esempio, per i cinefili, quelli indossati da Marion Brando in The Wild One, quelli portati nell'esistenza reale da James Dean o Elvis Presley, quelli di Clark Gable e John Wayne, e persino di Marilyn Monroe e Jane Mansfield. E poi l'antiquariato: il giubbotto Type One del 1920 con una sola tasca o il pantalone 1936, il primo con il Tab (la scritta a lettere bianche su fondo rosso della tasca posteriore destra); o ancora il leggendario «Five 0 One» che risale, si dice, al 1890. La saga dell'indumento è ancora più antica. Pare sia nata nel 1850: quando un piccolo venditore ambulante ebreo di origini bavaresi, Levi Strauss, partì alla volta dell'Ovest per tentar fortuna. Aveva un carro con tanti rotoli di tela grezza da vendere ad altri ambulanti che se ne servivano per le loro tende o per coprire la merce. Si dice che qualcuno lo sfidò a inventare un pantalone tanto forte da poter durare una vita. E che lui piantò le forbici nella sua tela, vincendo la scommessa. Quel capo che prese poi il nome odierno perché simile ai pantaloni dei marinai di Genova (jeans, appunto, nella pronuncia americana) allora non era né blu, né grigioazzurro, ma color sabbia o marrone. Fu solo dopo qualche tempo che Levi Strauss trovò una sargia indaco (nota come Denim perché prodotta originariamente dai fabbricanti di Nùnes) e creò il pantalone che portiano ancora oggi, con i bottoni metallici e le cuciture esterne. Nel 1873 l'inventore dotò le tasche di ribattini perché non si deformassero sotto il peso delle eventuali pepite d'oro, nel caso in cui qualche cercatore in jeans dovesse scovarne. Tutti gli avventurieri, da quel momento in poi, li indossarono come una divisa: sia che stessero con la legge - sceriffi/ allevatori di bestiame, cow-boys - sia che fossero pericolosi malviventi come i celeberrimi fratelli Dalton. Con i marines della Us Navy inizia l'era moderna. Imposto dall'esercito come indumento per la libera uscita, il jeans entrò nell'immaginario come simbolo del tempo dedicato al James Dean, simbolo dei giovani ribelli e «perduti» con i suoi celebri jeans, e a fianco un poster del 1970 John Wayne, sguardo fiero, fazzoletto al collo e jeans in «Ombre rosse», con Claire Trevor. Sotto, Clark Gable in un'immagine degli Anni Sessanta ■..c*x sentimento, ai piaceri e al riposo. Per poi diventare, di lì a non molto e attraverso il rock, emblema della contestazione. «I jeans sono uno schiaffo e un grido di rabbia contro l'establishment», scrisse McLuhan. A lungo tabù Oltrecortina, e poi sulle gambe di tutti. Degenerati o raffinati, ma sempre eterni jeans. All'asta del 7 settembre è attesa una partecipazione particolarmente attiva di collezionisti nipponici, ma anche di molti francesi pronti al rilancio, ora che al Marche aux Puces e a Clignancourt non si trova più nulla da tempo. I prezzi base oscilleranno tra le poche migliaia di franchi e i 250. mila (55 milioni di lire). E insieme ai capi d'abbigliamento ci sarà una congerie di oggetti attinenti: poster degli Anni Trenta, stendardi, bandiere, e poi borse, sacchi, foderi di epiche chitarre... Il tutto sarà in mostra per tre settimane, dal 24 agosto al 14 settembre, nello stesso austero hotel Drouot (sale 5 e 6). All'ingresso ci sarà un cow-boy gigante di legno, tre metri d'altezza, tra le cui gambe - in jeans bisognerà passare. Gabriella Bosco

Luoghi citati: Marche, Parigi