Bombe tra i pensionati

Bombe tra i pensionati A Sarajevo, Baker non esclude un intervento multinazionale Bombe tra i pensionati Granate sul centro della capitale Uccise 21 persone in coda in banca ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO A pochi metri di distanza dalla via Miskina, luogo del tragico eccidio degli abitanti di Sarajevo, la capitale bosniaca ha rivissuto ieri lo stesso scenario di morte. La gente questa volta faceva la fila davanti agli sportelli della Banca Popolare del centrale corso Maresciallo Tito, in attesa delle pensioni. All'improvviso l'esplosione di alcune granate. Sangue ovunque e grida disperate. Ventun morti, tra i quali 3 bambini e un centinaio di feriti sono il tragico bilancio di quest'ultimo massacro. Di nuovo le drammatiche immagini delle vittime che si trascinano nel sangue, i corpi straziati, le membra spappolate. Molti feriti sono stati trasportati in ospedale dove hanno subito l'amputazione delle gambe. I violenti bombardamenti delle truppe serbo federali continuano da giorni, malgrado le trattative con le forze di pace dell'Onu per l'operazione di sgombero dell'aeroporto. Il presidente bosniaco Alija Izetbegovic ha avuto un lunghissimo incontro con il comandante dei Caschi blu, il generale MacKenzie. Anche se non è stato diramato nessun comunicato ufficiale, fonti vicine alla Presidenza bosniaca parlano di dure critiche rivolte dalle autorità di Sarajevo all'Unprofor. Negli ultimi giorni infatti i Caschi blu hanno avuto molti contatti con i cetnici serbi e con i rappresentanti dell'esercito federale, ma non hanno fatto nulla per fermare i loro attacchi contro la capitale bosniaca. Di fronte all'ultimo massacro dei civili gli abitanti di Sarajevo chiedono all'imparziale generale MacKenzie di pronunciarsi almeno una volta su chi è la vittima e chi l'aggressore. La maggior parte dei bosniaci si è ormai rassegnata al fatto che il mondo non farà nulla per aiutarli. Eppure in una trasmissione in diretta della Cnn il Segretario di Stato americano James Baker ha dichiarato che «nessuno ha escluso la possibilità di una forma di impegno militare multilaterale per fermare la guerra in Bosnia», sottolineando però che sarebbe molto più difficile sloggiare le forze serbe dalle montagne che circondano Sarajevo, che gli iracheni dal deserto dei Kuwait. Intanto una fonte aeronautica ha confermato la notizia diffusa dai media francesi secondo i quali alcuni aerei Awacs stanno controllando lo spazio aereo della Federazione Serbo-Montenegrina per accertarsi che vengano rispettate le sanzioni contro Belgrado. Gli Awacs in missione sorvolano le Alpi e la zona della Corsica meridionale. Nelle ultime 24 ore in BosniaErzegovina ci sono stati una quarantina di morti e 163 feriti, senza contare le vittime di Sarajevo. La situazione è sempre più drammatica nelle regioni nordoccidentali dove i miliziani serbi attaccano i villaggi musulmani massacrando la popolazione civile. Di ora in ora cresce il numero dei deportati nei campi di prigionia in Serbia. Sono oramai più di 30 mila i dispersi. Le testimonianze dei pochi profughi scampati all'eccidio parlano di atrocità inumane. In tutta la Repubblica è in corso la mobilitazione generale. A Sarajevo la Presidenza ha deciso ieri di interrompere ogni relazione con la cosiddetta federazione jugoslava. I combattimenti riprendono anche in Croazia dove le truppe serbo federali hanno nuovamente bombardato la zona di Sebenico e di Dubrovnik. Molte delle manifestazioni del 32° Festival Internazionale del Bambino che si svolge a Sebenico malgrado il pericolo di guerra, hanno luogo nei rifugi dove da 48 ore sono al riparo gli abitanti della città. Nell'entroterra della città dalmata, nei pressi di Drnis, le forze croate hanno liberato sette villaggi dell'altipiano di Miljevci, tagliando ai miliziani serbi l'unico corridoio tra la Krajina e la Dalmazia continentale. Ingrid Badurina Soccorso ai feriti del bombardamento serbo. Tre vittime sono bambini (foto apj

Persone citate: Alija Izetbegovic, Baker, Ingrid Badurina, James Baker