«Non sfrutto il carcere» di Bruno Vespa
«Non sfrutto il carcere» «Non sfrutto il carcere» Di Pietro al Tgl: accuse ingiuste ROMA. Durante l'edizione delle 20 di ieri, il direttore del Telegiornale uno, Bruno Vespa, ha riferito di una conversazione avuta con il giudice Antonio Di Pietro. Al centro del colloquio il nulla osta chiesto dalla giunta comunale di Verona alla procura di Milano e di un'altra città per poter far partecipare alcune ditte all'appalto per un grande parcheggio con un costo previsto di 15 miliardi. Il magistrato ha detto di non essere informato dell'iniziativa e di considerarsi del tutto estraneo a richieste del genere. «Non confondiamo - ha detto il giudice - il compito discrezionale delle amministrazioni pubbliche con le iniziative giudiziarie che un magistrato assume su fatti penalmente rilevanti». «Non esistono imprese inquisite - ha aggiunto Di Pietro -. Le imprese sono persone giuridiche e la legge penale persegue persone fisiche. L'inchiesta su un am¬ ministratore, peraltro ancora non condannato, non può escludere un'impresa dagli appalti». Il sindaco dì Verona, Sala, ha poi spiegato al Telegiornale uno che dalla cancelleria della procura di Milano era arrivata notizia che nessuno dei legali rappresentanti delle ditte partecipanti alla gara risultava inquisito. Vespa ha anche chiesto a Di Pietro di commentare le lamentele di alcuni difensori di imputati, secondo cui il magistrato metterebbe in carcere politici e imprenditori per farli parlare. Ma Di Pietro ha respinto l'accusa di utilizzare il carcere come mezzo di pressione istruttoria. «Nessuno resta in carcere perché non parla - ha detto -. Abbiamo scarcerato persone che non hanno collaborato e abbiamo tenuto in carcere persone che hanno parlato. L'unico criterio che seguiamo è il pericolo di fuga e l'inquinamento delle prove». [AdnKronos] Qui di fianco il giudice Antonio Di Pietro intervistato ieri dal direttore del Tgl Bruno Vespa (a sinistra)
Persone citate: Antonio Di Pietro, Bruno Vespa, Di Pietro, Vespa
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