Fukuyama stella di Capri
Fukuyama stella di Capri Il saggista nippoamericano e gli altri premiati sull'isola Fukuyama stella di Capri Calcagno eia Rorfehey per la narrativa ! ECAPRI RANCIS Fukuyama, l'uomo che aveva agitato storici e politici con le sue tesi sulla fine della storia, è ottimista sul futuro del mondo. Forse è l'aria di Capri, così propizia, in questo primo weekend d'estate, forse è il premio internazionale che Fukuyama sta per ricevere per il saggio La fine della storia e l'ultimo uomo (Rizzoli), dopo tanti illustri precedenti, da Brodskij a Dahrendorf. Ma Fukuyama ha qualche ragione in più per essere ottimista, e lo dichiara: il germe nazionalista, insorto dopo la fine del comunismo, non è solo portatore di malattia; può produrre anche soluzioni pacifiche. Ed è ottimista perché la Cina, un pianeta a lui oriundo giapponese, assai prossimo - non ripeterà gli errori dell'Urss. «In quel miliardo di uomini - dice - tutti quelli che hanno meno di 50 anni non credono più nel comunismo. E il Paese sta introducendo l'economia di mercato che lo porterà, inevitabilmente, alla democrazia». Il vecchio Deng - ricorda - è stato assai più abile di Gorbaciov, che si era illuso di riformare subito la politica per arrivare a una riforma dell'economia. L'uomo di Pechino è partito dall'economia perché qualcuno, domani, possa riformare la politica: e ci riuscirà. Fukuyama è stato la stella prima del Premio Capri, che raccoglie personaggi in arrivo da ogni punto del mondo. Accanto a lui c'erano anche l'ex segretario dell'Onu Perez de Cuéllar e il nigeriano Jibril Amimi, ex presidente dell'Opec, premiato personalmente dal presidente dell'Eni Cagliari per l'economia. Soltanto Francesco Cossiga non è venuto: ha pregato il prefetto di Napoli di ritirare in vece sua il premio, con il compito di destinarlo a una comunità antidroga. Fra gli italiani, riconoscimenti a Renzo Foa (giornalismo) per la libertà di giudizio con cui ha saputo riformare l'Unità; a Roberto Calasso (saggistica) per Quarantanove gradini (Adelphi). Il premio più atteso era quello per la narrativa, con tre autori in gara scelti dalla giuria tecnica, a disputarsi le preferenze di cento lettori eccellenti. 38 voti sono andati a Vittoria Ronchey per il romanzo 1944, 38 voti a Giorgio Calcagno per Notizie dal diluvio, entrambi editi da Rizzoli: una storia realistica nell'Italia della guerra, un apologo fantastico sul nostro futuro, che si sono divisi le simpatie dei lettori. E, per la prima volta nella vita del «Capri» il superpremio è stato diviso ex aequo. Alla giovane Rossanna Campo sono rimasti 18 voti per il romanzo In principio erano le mutande (Feltrinelli). Ha 28 anni, potrà crescere. [s. e] ! Giorgio Vittoria Ronchey
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