Mesina, il viaggio è confermato

Mesina, il viaggio è confermato Mesina, il viaggio è confermato Ora il magistrato lo vuole interrogare «Deve dirmi cosa ha fatto in Sardegna» ASTI. Graziano Mesina, l'ex re di Supramonte, ora in libertà condizionale ad Asti, è stato in Sardegna per dodici giorni, dal 28 maggio al 10 giugno. La conferma è venuta dalla magistratura. Un settimanale aveva diffuso la notizia che l'ex ergastolano aveva intrapreso un viaggio in Sardegna per contattare i rapitori di Farouk; come intermediario avrebbe poi consegnato ai genitori del bambino una foto del piccolo e assicurazioni sul suo stato di salute. Mesina, il giorno seguente aveva confermato il viaggio, negando però di aver fatto da mediatore tra i sequestratori e la famiglia e di aver mai consegnato lettere o fotografie. «Io sono in libertà condizionale aveva detto - non posso permettermi di sgarrare. Sono andato a Cagliari per la presentazione di un disco che mi è stato dedicato e di un libro di poesie». Secondo altre fonti, in quei giorni Graziano Mesina avrebbe anche partecipato al matrimonio di un nipote. Una licenza regolarmente concessa dal giudice di sorveglianza di Torino, Pietro Fornace. «Ho convocato Graziano Mesina perché devo chiedergli conto di quel che ha fatto in Sardegna e di quanto ha detto ai giornalisti delle varie testate - dice Fornace -. Non è una persona libera che possa andare avanti e indietro come vuole. E' ancora un detenuto semilibero. Lo aspetto per mercoledì, ma può darsi che lo veda prima». Non molto tempo fa in Piemonte è stata arrestata una banda di balordi che aveva cercato di spillare soldi alla famiglia Kassam. Ora si scopre che c'è la mediazione di Mesina che vive anche lui nella stessa regione. Pura casualità? «Io mi interesso solo di detenuti. Queste domande bisogna farle ai pubblici ministeri. Comunque - conclude Fornace - se Mesina riesce a dare una mano per far liberare il piccolo Farouk, tanto di guadagnato». In un'intervista, a proposito del rapimento Kassam, Mesina ha commentato: «Questa storia mi ha già fatto avere un sacco di grane. Adesso ci vuole silenzio, fino a quando il bambino non torna a casa». C'è un altro episodio che lega l'ex bandito sardo al caso Farouk. Mesina, il giorno di Pasqua, era nella chiesa di Orgosolo dove la madre del bambino ha lanciato un accorato appello ai banditi per la liberazione del figlioletto. Una coincidenza che per Mesina è stata del tutto casuale: «Ero in chiesa perché dovevo annunciare al parroco che avrei fatto da padrino di cresima a una ragazza», [f. la.] ' ' 1 " Graziano Mesina ' conferma che ' racconterà la «sua» verità sul • caso Farouk ' soltanto 1 quando la vicenda sarà " terminata ;

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