Tangenti al Nord, mafia al Sud

Tangenti al Nord, mafia al Sud Il Pontefice: «In Lombardia come in Campania i diritti sono diventati soltanto dei favori» Tangenti al Nord, mafia al Sud Il Papa: manca la cultura della legalità CREMONA DAL NOSTRO INVIATO Wojtyla anti-tangenti: si conclude in un crescendo di richiami e di severità la crociata lombarda del Papa, che ieri pomeriggio, nell'opulenta Cremona, parlando a quattromila fra lavoratori, industriali, commercianti e agricoltori non ha esitato a stabilire un implicito parallelismo fra Napoli e Milano, fra il regno della Camorra e Tangentopoli. Un accostamento che forse irriterà qualcuno, ma evidente nelle parole del Pontefice. C'è bisogno «di un nuovo vigore etico e morale», ha detto Papa Wojtyla. «Occorre che si ricomponga la frattura non di rado lamentata fra morale e società a motivo del peso eccessivo della mediazione politica». Subito dopo, per esemplificare il concetto e dare forza alle sue parole, Giovanni Paolo II ha citato un passo del discorso che tenne a Napoli il 10 Novembre a tremila uomini politici e amministratori locali campani. Un momento storico, una denuncia forte della frattura fra morale e pubblici poteri, «che finisce col deformare profondamente la struttura di base della vita associata. In tale contesto i diritti diventano favori e le attese socialmente legittimate, come i meriti effettivamente acquisiti giungono a contare meno delle appartenenze di gruppo». E' un ammonimento forte, il più forte da quando, venerdì sera, Giovanni Paolo II è sceso al Santuario di Caravaggio, e sotto un nubrifragio ha scagliato le prime frecce contro il sistema dei corrotti. «Il necessario recupero della moralità personale e sociale - ha proseguito ieri - è alla base di una rinnovata cultura della legalità, condizione indispensabile per il rilancio effettivo di un'economia che vada incontro alla domanda di qualità: qualità delle merci da produrre e da consumare; qualità dei servizi di cui usufruire; qualità dell'ambiente e della vita in generale». Se l'incontro con gli amministratori locali a Napoli resta uno dei punti di riferimento della «politica italiana» del Papa, il discorso di ieri a Cremona sarà ricordato - e citato - per la sua interpretazione della crisi economica. La situazione è piena di incognite, i processi di crisi aziendale evidenti; ma è resa più dura dalle «resistenze che provengono da quelle perverse strutture di peccato che impediscono o allentano la solidarietà sociale e una corretta distribuzione dei beni di produzione». «La questione sociale è questione morale», ha tuonato Papa Wojtyla ieri pomeriggio, e i «cambiamenti socio-economici, per essere via ad un progresso autentico, non basta che s'appoggino a meccanismi più moderni di mercato e di consumo; devono piuttosto salvaguardare le esigenze della giustizia, e ciò suppone che si investano in essi con tenacia energie morali e spirituali sempre maggiori». Le buone leggi non bastano, ha aggiunto - a far cessare i mali da cui è afflitta la società, «è una vera illusione». «Responsabili politici e amministrativi - ha ammonito Wojtyla - sia vostra premura adoperarvi non solo perché le popolazioni abbiano più benessere materiale, ma anche e soprattutto perché ci siano effettive condizioni di vivibilità umana e di sicurezza della convivenza». E la società si assume «gravi responsabilità» quando, in particolare di fronte ai giovani, «delude le loro attese di giustizia e di realizzazione di sé». Giovanni Paolo II si è collocato nella tradizione della dottrina sociale della Chiesa, citando Mons. Bonomelli, una delle guide spirituali del giovane Montini, vissuto a cavallo del secolo. Ma anche nell'epoca postindustriale «la piena dignità delle persone non può realizzarsi né nel liberalismo né nel socialismo, intesi come esasperazione ideologica di esigenze tra loro contrapposte». Il Papa antimarxista accusa la «mentalità individualista oggi diffusa», che fa sì che «non sappiamo accogliere stranieri, profughi, i disoccupati». Marco Tosarti A fianco: il Papa ieri durante la visita a Cremona In basso: mentre abbraccia i bambini

Persone citate: Bonomelli, Giovanni Paolo Ii, Montini, Papa Wojtyla, Wojtyla

Luoghi citati: Campania, Cremona, Lombardia, Milano, Napoli