PER ISRAELE E' SEMPRE SCOMMESSA di Igor Man
PER ISRAELE E' SEMPRE SCOMMESSA DOMANISIVOTA PER ISRAELE E' SEMPRE SCOMMESSA TEL AVIV DOMANI, in Israele, si vota. In un Paese democratico le elezioni sono sì un fatto importante ma assolutamente normale. Il concetto-base della democrazia è quello di cambiar governo senza violenza; un segno di matita sulla scheda ha una forza politica, e quindi morale, immensa, tuttavia i suoi effetti pratici possono essere devastanti. Ma qui, in questo Paese dove Europa e Medio Oriente non sono ancora pervenuti a quella fusione perfetta che genera l'inedito, in Israele, non si tratta semplicemente di «cambiare governo». Il voto al quale sono chiamati oggi gli israeliani comporta - almeno in teoria -, una scelta solenne: eterizzarsi in un ghetto, ancorché poderosamente armato, nel cuore del mondo arabo esasperando, cosi, la cultura dell'odio - diventare uno Stato mediorientale con tutto ciò che questo comporta: insidie, pericoli, rischi calcolati ma anche un possibile futuro di pace per i sabra di oggi, per i sabra di domani. Se, come ha gridato nell'ultimo comizio un candidato pacifista, «Shamir è il più grande stupido ch'io abbia mai visto in politica», c'è da augurarsi che quell'animale visibije epperò enigmatico che l'elettorato israeliano non gli tolga il primatoDalie ultime elezioni (1988) sono passati quattro anni colmi di fatti invero memorabili. L'intifada; la guerra del Golfo che ha portato alla stretta di mano di Madrid, simbolo non astratto d'una trattativa di pace bene o male sempre in piedi; la Alya (salita) in Israele di circa mezzo milione di ebrei sovietici; una accelerazione, non importa se «temporanea e scomposta», della crescita economica; il riscatto sociale di larghi strati della popolazione. Il voto odierno provoca, per tanto, un grosso interrogativo: tutto quanto è accaduto dal 1988 ad oggi ha cambiato la società israeliana? Certamente sì. Ma il cambiamento può portare a un «cambio» politico? Se lo scontro elettorale, come in passato, fosse puramente e semplicemente tra falchi e colombe si potrebbe azzardare Igor Man CONTINUA A PAGINA 7 PRIMA COLONNA
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