Volevano entrare in un alloggio: genitori arrestati

Scassinavano con il bimbo Volevano entrare in un alloggio: genitori arrestati Scassinavano con il bimbo Ora dicono: «Volevamo entrare in quell'alloggio per occuparlo; era vuoto, cercavamo una casa per il nostro bambino». Li hanno sorpresi mentre con pinze e cacciavite forzavano la serratura di' un appartamento, al secondo piano di via San Domenico 25. Avevano lasciato nell'androne, un corridoio freddo e buio, il figlio di 18 mesi, Karim. Lo ha trovato un meccanico: «Dormiva sul passeggino, il succhiotto in bocca». Ha chiamato la polizia: «Povera creatura, l'hanno abbandonata». I genitori sono stati arrestati. Karim è in un istituto. Erano le 7,30. Leonardo Greco, 32 anni, ha un'officina meccanica che si affaccia sul cortile del palazzo di via San Domenico, una vecchia casa di 5 piani. Bacconta: «Stavo andando al lavoro, ho visto il passeggino nell'androne. Mi sono chinato: quel bambino stava dormendo. Aveva una copertina grigia sul corpo. Mi sono guardato attorno, non c'era nessuno. Ho aspettato qualche minuto, non sapevo cosa fare. Poi sono andato a telefonare in questura e sono tornato accanto al piccino; non volevo restasse solo». Negli stessi istanti un altro inquilino del palazzo, Alberto Giudice, 45 anni, che abita al quarto piano, stava chiudendo la porta di casa: «Erano le otto meno un quarto, ho fatto le scale di corsa, avevo un appuntamento importante». Al secondo piano si è imbattuto in due giovani: «Un ragazzo e una ragazza, stavano armeggiando accanto alla porta di un alloggio. Lui aveva un cacciavite in mano, aveva forzato un lucchetto. Ho chiesto chi fossero, non li avevo mai visti. I due hanno borbottato qualcosa, non ho capito. Lui mi ha minacciato con il cacciavite. Poi sono scesi. Ho pensato fossero tossicomani, li ho seguiti per le scale, ripetendo che dovevano andarsene». E nell'androne, in quel corridoio freddo e buio, i due sono stati fermati dagli agenti della volante chiamati dal meccanico: «Siamo i genitori di Karim, fate piano sta dormendo». Lei è Monica Maccarone, 22 anni; lui Abdehadi Wahbi, 26 anni, nato a Casablanca, in Marocco. In questura Monica ha rac- contato la loro storia: «Ci siamo conosciuti tre anni fa, io lavoravo in una pizzeria di via San Domenico, lui suonava la chitarra. Siamo andati a vivere assieme, in via Baretti. Lui ha aiutato mio papà che ha un banco di frutta e verdura a Porta Palazzo. Poi è nato Karim e siamo andati via». Qualche mese trascorso ad Alba, in un alloggio offerto dalla parrocchia di Cristo Be. «Lo scorso mese siamo tornati a Torino. Dormiamo nelle cantine, qualche volta in casa di amici. L'altra sera siamo entrati nella casa di via San Domenico. Abbiamo passato la notte per le scale. Poi abbiamo forzato la porta; volevamo occupare l'alloggio». In un'ala della stessa casa vivono decine di extracomunitari per i quali c'è l'ordinanza di sgombero entro fine mese. Monica Maccarone e Abdehadi Wahbi sono stati arrestati per tentata rapina (le minacce all'inquilino) e abbandono di minore. Nel pomeriggio, mentre i genitori venivano accompagnti in carcere, Karim è stato affidato ad una comunità, in corso Casale. Vedendo altri bimbi, si è messo a ridere felice.. Ezio Mascarino Un inquilino vede la carrozzella e telefona alla questura Il piccolo Karim in braccio al papà (a fianco) è stato affidato ad una comunità in corso Casale Monica Maccarone e il marocchino Abdehadi Wahbi sono stati arrestati per abbandono di minore e tentata rapina

Persone citate: Alberto Giudice, Ezio Mascarino, Leonardo Greco, Maccarone, Monica Maccarone, Wahbi

Luoghi citati: Alba, Marocco, Torino