«La nuova Fiera di Milano può emigrare a Chivasso»

«La nuova Fiera di Milano può emigrare a Chivasso» Dal presidente Cesare Manfredi una provocazione e un ultimatum alla Regione «La nuova Fiera di Milano può emigrare a Chivasso» TORINO. E' stata per cinquant'anni il simbolo della Milano ricca e produttiva, della «capitale economica»; ma ora la Fiera di Milano rischia di emigrare, espulsa dalle lungaggini burocratiche, dalle pastoie politiche e dall'effetto-alone dello scandalo delle tangenti. E dove potrebbe trasferirsi la Fiera di Milano? «Sì, confermo: un'ubicazione per molti versi ottimale potrebbe essere l'area dello stabilimento Lancia di Chivasso», risponde Cesare Manfredi, un industriale delle macchine utensili, da quattro mesi al vertice dell'ente fieristico milanese. Dopo aver lanciato la sua idea con un'intervista al «Sole 24 ore», il quotidiano della Confindustria, la riprende dettagliandola. Presidente, ma lei vuole scherzare: che senso avrebbe trasferire a Chivasso la Fiera di Milano? La mia idea è a metà una provocazione ed a metà un ultimatum. Un ultimatum a chi? Attendiamo che la Regione Lombardia ci indichi il sito sul quale ubicare il polo esterno della Fiera. Se non deciderà entro il '92, comincerò, in concreto, a sondare le possibilità esterne alla Lombardia. Con rammarico, certo: ma il dovere d'impresa me lo impone. In che senso? Come amministratore di un'im- presa - perché per me l'Ente Fiera Milano è un'impresa - devo preoccuparmi del suo futuro. Se la Lombardia non vuole la Fiera, o meglio non sa come permetterle di avere un futuro, devo pensare a un'alternativa e quindi - esattamente come farei se dovessi impiantare un nuovo stabilimento industriale - spingo lo sguardo al di fuori della regione. Ma non le sembra un controsenso trasferire là Fiera di Milano alle porte di Torino? Non lo è. Un controsenso sarebbe lasciar morire la Fiera. Una volta individuato il sito, la realizzazione del nuovo polo fieristico (che dovrebbe occupare circa 2 milioni di metri quadrati, più o meno la superficie di Chivasso, ndr) richiederà almeno 3 o 4 anni. La realizzazione dei collegamenti - strade, metropolitana - assorbirà altro tempo. E la Fiera non può attendere tanto, non sopravviverebbe, con le sue attuali strutture, per altri 5 o 6 anni nella competizione con Francoforte o gli altri grandi quartieri fieristici europei. Mentre in Italia si temporeggia nell'indecisione, i tedeschi investono migliaia di miliardi in nuove strutture fieristiche. Già: ma perché Chivasso? Mi hanno fatto altre proposte, per esempio Alessandria. Ma Chivasso è una località molto ben servita dalle infrastrutture indispensabili all'attività fieristica - aeroporto, autostrade, ferrovia - ed ha alle spalle una grande città come Torino; dove, altrimenti, potrebbero andare i milioni di visitatori ed espositori attirati dalla Fiera? Poi credo che saremmo accolti a braccia aperte dalla comunità e dagli enti locali. Con chi ne ha parlato? A Torino, in ambienti Fiat. A Romiti no, non ho telefonato. Ma a Chivasso c'è una solida tradizione industriale. E la Fiera è un'impresa di servizi. Viviamo nell'epoca delle riconversioni. Nessuno può dire con certezza che mestiere farà di qui a dieci anni. E poi, l'indotto fieristico è anche di tipo artigianale e produttivo. Facilmente riconvertibile, [s. lue] A destra Cesare Manfredi; sopra Guido Bodrato FIERADI MILANO [Dati193l] Giro d'affari 199.8 miliardi 1 Utile 8.7 miliardi I \ Manifestazioni 86 Espositori 31.000 I I Visitatori 2,6 milioni ij I Dipendenti diretti 340 \ i Dipendenti indotto 10.000 Fatturato indotto 3600 miliardi ! I

Persone citate: Cesare Manfredi, Guido Bodrato, Romiti