Torino, successo al Regio dell'opera di Azio Corghi diretta da Will Humburg regista Savary

Blimunda, tragedia di un sogno Tprino, successo al Regio dell'opera di Azio Corhi, diretta da Will Humburg, reista Savary Blimunda, tragedia di un sogno Ben assortito il cast, bravigli Swingle Singers TORINO. Al Teatro Regio è andeta in scena l'ultima opera in cartellone della stagione lirica '9l-'92, «Blimunda» di Azio Corgli, presentata la prima volta al Tejatro Lirico di Milano nella primavera del 1990 e ripresa l'anno scorso al San Carlo di Lisbona. Si sa che l'opera contemporanea, nel contesto di un normale cartellone lirico, rischia sempre il deserto in sala, perché il pubblico tradizionale non vi trova il pasto canoro cui è abituato, mentre i modernisti, per cui nulla è abbastanza nuovo, vi patiscono sempre troppi impacci e legami con la tradizione. Per «Blimunda» al Regio non è andata così: la sala, non esaurita, era tuttavia ben popolata, le defezioni per strada sono state poche e gli applausi alla fine unanimi. Lo spettacolo per altro è ricco di movimento, con la regia di Jerome Savary e le belle scene di Michel Lebois, la musica è composita (strumenti d'orchestra e mezzi elettronici, canto, recitazione, coro, ottetto vocale), i quadri abilmente alternati fra masse e solisti, per cui lo spetta- \ tore, anche se un po' frastornato dalla quantità di cose che dovrebbe sapere, ha di fronte qualcosa di solido con cui misurarsi; inoltre, passando per Milano e Lisbona, lo spettacolo torinese ha acquistato in sicurezza e tenuta complessiva: assicurata in particolare dalla direzione sempre tesa e controllatissima di Will Humburg. Il romanzo di José Saramago, «Memoriale del convento», al cui interno Corghi ha costruito l'opera, inserisce in un affresco di storia portoghese (la costruzione del convento di Mafra) la presenza di singole figure, vere e di fantasia, come padre Bartolomeo inventore di una macchina per volare, il musicista Domenico Scarlatti, il soldato Baltasar e, più in vista di tutti, la giovane Blimunda, dotata di poteri occulti come già sua madre Sebastiana. Gii occhi di Blimunda vedono attraverso i corpi e possono catturare le volontà (sotto forma di nuvola) degli uomini che stanno per morire; travasate in ampolle di ambra, queste volontà consentono il volo alla strana macchina di Bartolomeo, intrecciando i destini dei personaggi prima che l'Inquisizione annienti i loro corpi nella cornice finale di esaltazione e di morte. Come già era avvenuto di no¬ tare alla prima esecuzione milanese, l'opera, forse per troppa fedeltà al ricco tessuto del romanzo, presenta un eccesso di dati culturali che stentano a tradursi in teatro; beati i librettisti dell'Ottocento che sapevano di colpo cosa mettere e cosa tralasciare quando riducevano da una fonte letteraria, magari sfigurandola; in particolare parla tanto Domenico Scarlatti, con funzione di storico, e anche se l'attore Michele De Marchi cerca di alleggerire in disinvoltura, il risultato è troppo didattico e ripetitivo (il «buon senso» in un tipo come Scarlatti, a chi conosca solo un paio delle sue Sonate, riesce difficile da digerire). Corghi è molto fiducioso nella pluralità dei «media» e per definire il suo linguaggio musicale parla spesso di *contaminazioni»; senza aver l'aria di dare consigli (ci vuole altra barba, e altra fiducia nelle sorti attuali dell'opera in musica), a me pare invece che Corghi realizzi se stesso quando trova la materia più congeniale alla sua vena musicale: che è leggera, capricciosa, ironica e garbata, e quindi si innesta meglio in situazioni lineari e con una vena realistica; situazioni dove bisogna spogliare e ridurre invece di accumulare. Gli interventi dell'ottetto vocale (i bravissimi Swingle Singers), molti avvìi tematici di natura lirica intonati da Blimunda (Katia Lytting, già apprezzata a Milano per il caldo timbro di contralto) mi sembrano utili indicazioni in quel senso; buona impressione ha fatto Jorge Vaz De Cariano come Bartolomeo, un po' meno Andreas Limano (Baltazar); Marta Szirmay è la madre di Blimunda, il coro è diretto da Massimo Peiretti, gli altri attori recitanti sono Renato Sarti, Elisabetta Piccolomini, Margherita Salio e Guido Tunisi. Giorgio Pestelli Katia Lytting (Blimunda) nell'edizione dell'opera di Corghi andata in scena alla Scala e l'altra sera al Teatro Regio

Luoghi citati: Lisbona, Milano, Torino