«Ma un tappo può fare il Presidente?»

«Ma un tappo può fare il Presidente?» Problema per Tanti-Bush: gli elettori scelgono quasi sempre il candidato più alto «Ma un tappo può fare il Presidente?» Inchiesta scherzosa (ma non troppo) sul piccolo Perot NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Ross Perot è piccolo di statura, anzi è il candidato presidenziale più piccolo da molti anni a questa parte. Non conta? Difficile sostenerlo, visto che in 18 delle ultime 22 gare per la Casa Bianca, qualcuno s'è preso la briga di notare, gli elettori hanno scelto il candidato più alto. I e campaigner» del candidato indipendente, se gli chiedete quanto è alto il loro uomo, si abbandonano a una specie di trattativa fra mercanti di tappeti: «Uno e settanta», dice James Squires, il suo addetto stampa, subito corretto con un «Molto basso» da una giovane impiegata del quartier generale di Dallas. «Va bene, allora sarà uno e sessantotto», concede Squires. «No, è uno e sessantasei - dice Todd Mason che ha scritto una biografia del gran capo -, lo so perché anch'io sono uno e sessantasei e ho sempre potuto guardarlo direttamente negli occhi». A George Bush e Bill Clinton, invece, Ross Perot «può solo guardare il nodo della cravatta», dice la Maureen Dowd del «New York Times» che si è impegnata in una «approfondita ricerca» sul problema della statura, scoprendo cose niente male. Per esempio, che all'epoca della nascita degli Stati Uniti ci fu una serissima discussione fra i Padri Fondatori su come dovesse essere chiamato il leader del nuovo Paese. «Eccellenza» e «Maestà eletta», potevano andare, dissero in molti, ma «Altezza», come proponeva George Washington (che era oltre uno e ottanta), era da scartare perché se uno dei successori fosse stato piccolo quel titolo sarebbe diventato ridicolo. Alla fine si decise per il semplice «Mister President». A parte le famose teorizzazioni pre-25 aprile di Amintore Fanfani sui «brevilinei», riesumate a suo tempo dal «Manifesto», alla brava Maureen sembra non essere sfuggito nessun episodio della storia dei difficili rapporti fra politica e bassa statura. Non, naturalmente, l'ovvio «complesso di Napoleone» sempre in agguato nei politici di bassa statura (un complesso che fa assumere a Ross Perot, dice Elizabeth Drew del «New Yorker», un «Mussolini-style»); né le performance di John Tower, l'uomo che Bush voleva al posto di segretario alla Difesa ma che fu bocciato dal Senato perché beveva troppo e correva dietro a troppe donne. Lui, il problema della bassa statura lo superava con le battute spiritose. «Mi chiamo Tower,(cioè torre, ndr), ma come può vedere non lo sono», usava dire a quelli che gli venivano presentati. Ma quando era un potente senatore e un impiegato del Campidoglio si azzardò a definirlo «basso», fu immediatamente licenziato. E poi c'è la triste vicenda di Thomas Dewey, avversario repubblicano di Franklin Delano Roosevelt nel 1944, che avendo anche i baffetti neri fu bollato con un «Sembra l'omino delle torte nuziali»; lo sprezzante Charles De Gaulle secondo il quale con i piccoli bisognava essere «senza pietà»; fino a una recente visita di Elisabetta d'Inghilterra, che fu fatta parlare dal pulpito di Bush e si vedeva solo il suo cappello, ribattezzato dalla stampa inglese «il cappello parlante». E i vicepresidenti? Se sono più alti del loro capo devono ingegnarsi a scomparire. Lyndon Johnson e George Bush eranno bravissimi a «rannicchiarsi» quando apparivano in pubblico accando a John Kennedy e Ronald Reagan. Meno bravo (anche perché la cosa era «tecnicamente possibile») fu invece il lunghissimo Lloyd Bentsen con il decisamente piccolo Michael Dukakis, che commise anche l'errore di andare a dibattere con Bush servendosi di un rialzo sotto il suo pulpito, sicché quando ne scese per stringere Ja mano al suo avversario tutti notarono la cosa con orrore. Corre lo stesso rischio Ross Perot, che un proprio vice non lo ha ancora nominato? «Mah - dice Susan Estrich, che della campagna di Dukakis fu la manager - secondo me, dopo il primo miliardo di dollari, il problema della statura cessa di esistere». Franco Paniarelli Il candidato indipendente alla Casa Bianca Ross Perot [FOTOAP]

Luoghi citati: Dallas, Inghilterra, New York, Stati Uniti