I magistrati all'attacco di A. R.
I magistrati all'attacco I magistrati all'attacco Infuocata assemblea a Palermo «Politici collusi con i capoclan» PALERMO. Ancora giudici in coro contro i politici. Ieri l'associazione nazionale magistrati ha tenuto a Palermo la sua assemblea generale (presieduta da Paolo Borsellino), la prima dopo la strage di Capaci. Dopo il minuto di silenzio, nell'aula magna del palazzo di giustizia, subito il via alle contestazioni, anche violente. Imputato numero uno il rapporto mafia-politica-affari, un intreccio denunciato da più di un intervenuto. Furente il giovane giudice Felice Lima, sostituto a Catania, ha ricordato che due membri della commissione antimafia dell'assemblea siciliana (il de Butera e Susinni del pri) sono stati anche arrestati dopo essere stati sorpresi a comprare voti dai boss. «Sì, il sistema di potere prende soldi e voti dalla mafia» ha insistito Lima invitando a far fronte comune^. Da soli però non si riuscirà a far mol¬ to, occorre piuttosto una cosciente mobilitazione come ha affermato Gherardo Colombo che a Milano con Di Pietro è titolare dell'inchiesta su «Tangentopoli». «Se le nostre indagini stanno dando frutti - ha rilevato - è perché abbiamo il sostegno della società civile. Lo stesso deve avvenire contro la mafia». Gli interventi si sono susseguiti con una cadenza scandita da toni.differenti, ma nessuno conciliante. Il gip Di Lello, esponente di punta di Md, ha lanciato un siluro a Scotti, sostenendo che nelle ultime elezioni ha caldeggiato la candidatura alla Regione Campania di un de che sarebbe poi risultato vicino al clan camorristico Nuvoletta. Ed il giudice D'Angelo che di finanza se ne intende ha fatto un'amara riflessione: «I tempi della politica spesso coincidono con quelli dell'attività criminale», [a. r.]
Persone citate: D'angelo, Di Lello, Di Pietro, Felice Lima, Gherardo Colombo, Nuvoletta, Paolo Borsellino, Susinni
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