L'OCCIDENTE DEVE SCEGLIERE di Barbara Spinelli

L'OCCIDENTE DEVE SCEGLIEREL'OCCIDENTE DEVE CEGLIERES IN un articolo apparso mercoledì su questo giornale, Sergio Romano si domanda se sia davvero possibile fare una distinzione fra i nazionalismi, in Europa centro-orientale e in ex Urss. Se esista un qualche «criterio omogeneo», un qualche «principio universale» che consenta di giudicare quel che avviene in Paesi appiattiti dai comunisti. La sua conclusione è che no: giudicare non è possibile, e distinguere ancor meno. Giudicare avrebbe senso se esistesse un «criterio omogeneo», un'idea universale del bene cui far riferimento. Ma l'idea per l'appunto non c'è. O meglio è una finzione, dietro la quale si nascondono giudici falsamente imparziali: in realtà «ognuno giudica secondo le proprie inclinazioni o simpatie intellettuali», e in un'ottica particolaristica che è quella dell'Occidente. Così avrei proceduto anch'io, nell'articolo del 13 giugno sulla Cecoslovacchia: la «simpatia» per^Hàvel mLinr. durrebbe a disapprovare il nazionalismo slovacco. L' «antipatia» per Milosevic e la Serbia spiegherebbero l'appoggio dato all'indipendentismo sloveno, Croato, bosniaco. Sergio Romano ha indubbiamente ragione, quando invita a giudicare politicamente, e non secondo simpatie soggettive. Ha ragione anche quando rammenta la difficoltà di elaborare princìpi universali validi, sulla base dei quali stabilire gerarchie, distinguere fra nazionalismi positivi e negativi. Non vorrei tuttavia che mi avesse frainteso, leggendomi. Se ho giudicato pericoloso il nazionalismo slovacco - e diverso per natura da quello occidentalista di Croazia e Bosnia non è perché ritengo Vàclav Havel un «simpatico» mitte- Barbara Spinelli CONTINUA A PAGINA 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Havel, Milosevic, Sergio Romano

Luoghi citati: Bosnia, Cecoslovacchia, Croazia, Europa, Serbia, Urss