BALE STRINI IN VERSI FUSTIGA BOCCA di Mirella Serri

BALE STRINI IN VERSI FUSTIGA BOCCA BALE STRINI IN VERSI FUSTIGA BOCCA AROMA RRABBIATA, indignata, esasperata: torna la signorina Richmond ovvero la poesia. Nanni Balestrini pubblica un nuovo libro di versi, II pubblico del labirinto. Quarto libro della signorina Richmond 1985-1989 (Scheiwiller, pp. 105, L. 15.000), di cui è protagonista l'immaginaria «signorina» che aveva già dato il titolo ad altre sue raccolte. Ma questa volta l'affascinante personaggio («Ha un vestito bianco o nero... Guarda il pubblico della poesia») ha l'espressione accigliata e il suo volto gronda malumori. Dietro l'apparenza giocosa dei versi, con un andamento poetico vicino alla prosa, il poeta e narratore milanese che è stato uno dei principali animatori del Gruppo '63 fa lavorare la punta acuminata di una critica a volte anche violenta. «Tra gli infami esempi possibili esemplare l'articolo di Giorgio Bocca Si campa male senza cattivo gusto, nell'Espresso del 13-11-88». Bocca non è l'unico ad essere investito dalla raffica dei versi di Balestrini: insieme al famoso scrittore e giornalista è coinvolto un vasto gruppo intellettuale «per i servizi da sbirri resi durante le grandi repressioni / dei nostri Anni Settanta / dalla piccola intellettualità italiana / lautamente ricompensata e riconvertita in spacciatori ufficiali di merda, con ben sa chi accende il teleschermo». Si tratta dunque di un ceto politico-culturale trasformista e codino che ama occultare le cose più importanti e mettere in scena quelle inessenziali: «E dunque non è necessario mettere in scena ciò che si può nascondere e si può raccontare invece che mostrare». Una poesia la cui conclusione suona così: «La poesia fa male, ma per nostra fortuna nessuno ci vorrà credere mai». Balestrini, che da anni vive a Parigi e viene in Italia solo per rapide puntate, esprime la sua «protesta» anche con il linguaggio figurativo. Sono esposte alla galleria d'arte «Il segno» delle sue composizioni da cui arriva un monito «ecologico». Sono quadri fatti con sacchetti di plastica multicolori che «inquinano - dice lo scrittore -, invadono le case e sono multiuso, ma si possono anche far diventare materiale di poesia e di arte». Balestrini, da dove nasce la sua convinzione dei grossi limiti dell'intellettualità italiana? Trovo il quadro politico e culturale italiano abbastanza deprimente. A partire dagli Anni Settanta sono state messe a tacere tutte le più vivaci istanze della nostra cultura. Si è creato un gran vuoto ideologico. Innanzitutto nell'ambito della politica, dove la partitocrazia non permette nessun rinnovamento e poi nel campo dell'informazione dove lo strapotere della televisione ha condizionato il clima culturale. Persino in letteratura c'è stata una trasformazione e il livello della produzione poetica e narrativa si è abbassato notevolmente. Ma come mai se la prende con Bocca? Personalmente non ho nulla contro di lui. Bocca è un uomo simpatico e anche molto coraggioso, capace di esporsi con le sue battagliere opinioni molto più di tanti altri. A volte però fa anche madornali errori: come nell'articolo dell'Espresso che io ho ricordato nei miei versi. In quell'occasione si è assunto il ruolo di «cantore» degli Anni Ottanta, descritti come gli anni della pace, della prosperità e della ricchezza. Tutto questo entusiasmo nasceva solo perché in Italia cominciavano a circolare un po' più di soldi, mentre si annullavano le esperienze più vitali e interessanti del periodo precedente. Che cosa dovrebbero fare, per lei, gli intellettuali? Non ci sono più personalità come Moravia, Pasolini, Parise. Fortini e Asor Rosa stentano a far ascoltare la propria voce, anche se ho apprezzato l'ultimo libro di Asor Rosa sulla guerra del Golfo. Vorrei che le idee di chi dissente dal conformismo generale circolassero e si facessero sentire di più: il labirinto di cui si parla in questa mia raccolta può avere anche una via d'uscita. Agli scrittori cosa rimprovera? Negli Anni Ottanta sono nate solo opere di basso livello che mi ricordano l'epoca dei telefoni bianchi, e cioè una letteratura edulcorata, amorfa. Salvo eccezioni costituite da Celati e Vassalli, e il primo libro di Tondelli e Busi, mi pare di registrare micromessaggi in cui è esplicito il rifiuto di confrontarsi con la. realtà. Però ci sono anche scrittori molto giovani, come Silvia Ballestra o Rossana Campo che guardano con rinnovato interesse alla realtà. In poesia anche ci sono nuovi talenti: a Milano i poeti di «Baldus» e a Genova quelli di «Altri Luoghi». Mirella Serri \Nanni Balestrini pubblica la raccolta di versi «Il pubblico del labirinto»

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Parigi