Massacro di famiglia, per gelosia

Massacro di famiglia, per gelosia Pochi giorni fa il giornalista di Verona confidò alla madre: lei mi tradisce Massacro di famiglia, per gelosia Uccide la moglie e si annega con la figlia VERONA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tre morti per gelosia. Un giornalista pubblicista veronese ieri mattina ha accoltellato a morte la moglie, poi ha portato la figlia di 4 anni sul Lago di Garda e si è gettato nell'acqua legato alla bambina, annegando. Terribile quello che deve aver provato in quelle lunghe ore davanti alla follia del padre la piccola Sara. Protagonista della tragedia Maurizio De Manincor, 38 anni, fino a tre giorni fa dipendente dell'azienda Servizi Generali Agsm del Comune, ma distaccato come sindacalista e conosciuto per le sue collaborazioni a giornali e tv locali soprattutto sui temi politici. La moglie, una bella ragazza di 31 anni, lavorava come impiegata ai Magazzini Generali di Verona, addetta alla segreteria. Una famiglia serena, felice dopo la nascita di Sara. I De Manincor vivevano in un appartamento in via Baracca, nella zona dello stadio, al pianterreno di un piccolo condominio accanto alla casa dei genitori di lui. La gelosia è alla base della tragedia. Tre giorni fa Maurizio De Manincor si era licenziato dall'Agsm. Una decisione forse maturata a lungo dopo una depressione e il crescere della gelosia. La moglie, cordiale e simpatica, aveva l'amante. Questo avrebbe confidato qualche giorno fa il giornalista alla madre Lidia: una confessione fatta forse per avere conforto, per sapere che fare. Fondato o meno il sospetto, resta il fatto che ieri mattina alle 7 la tragedia nella sua prima parte si è consumata nella camera da letto dell'appartamento, mentre la piccola Sara dormiva ancora. Con un coltello da boyscout, De Manincor ha sferrato una dozzina di colpi tutti andati a segno alla moglie, ancora con i pantaloni di una tuta-pigiama e il reggiseno. L'hanno trovata ai piedi del letto. La bambina dev'essersi svegliata. Il padre l'ha fatta vestire, è salito in auto ed ha raggiunto Malcesine, sul lago di Garda. Perché così lontano, non si sa. Si sa però che la famiglia De Manincor vi andava a trascorrere spesso i fine settimana e che il giornalista era un grande appassionato del lago. De Manincor si è fermato al campeggio Bellavista, ha percorso il pontile, si è poi legato al collo dei pesi da palestra che aveva con sé, con una fune si è poi allacciato a Sara, poi si è gettato abbracciato alla bimba nelle profonde acque del lago. Nessun testimone. Erano le 10 quando due turisti, un tedesco ed un olandese, hanno visto una massa scura che galleggiava a filo d'acqua vicino al pontile. Hanno avvertito i carabinieri di Malcesine, che con un motoscafo hanno recuperato i due corpi. I carabinieri hanno avvertito i colleghi di Verona perché informassero la moglie del giornalista dell'accaduto. Una pattuglia ha raggiunto l'appartamento al pianoterra del piccolo condominio dei De Manincor e qui i militi hanno inutilmente suonato il campanello. Si sono allora rivolti con discrezione, e senza svelare il motivo della visita, a Lidia De Manincor, la madre del giornalista che li ha accompagnati, temendo il peggio, nell'appartamento ed ha aperto con le chiavi di riserva. Prima però la donna aveva telefonato ai Magazzini Generali, dove le avevano rispo¬ sto che Sabina non s'era vista quella mattina e che pensavano fosse rimasta ad accudire Sara. C'era quindi tutta la preoccupazione per qualcosa di inimmaginabile. Appena aperto, la scoperta del delitto, la ricostruzione della tragedia. La giovane donna è stata inutilmente soccorsa e portata all'Ospedale Maggiore della città con l'ambulanza di Verona Emergenza. Ora le indagini sono state avviate per conoscere gli antefatti, per intuire se c'è stata premeditazione, come il licenziamento dall'azienda può far supporre, se si poteva fare qualcosa per evitare la tragedia. Il movente è chiaro, inequivocabile, come dimostrato dalle prime ammissioni di Livia De Manincor, che non è riuscita a convincere il figlio sull'infondatezza della sua gelosia e comunque a cercare di risolvere in modo amichevole una situazione che negli anni si era andata guastando, con una convivenza trascinata quasi solo dalla presenza della piccola Sara. Si dovrà anche indagare sullo stato mentale del giornalista nei giorni precedenti e vedere se soffriva di depressioni. Rimane a Verona il dolore degli amici, profondo soprattutto per la sorte toccata a Sara, unica vittima innocente di questa ennesima tragedia familiare scatenata dalla gelosia. Franco Ruffo

Persone citate: Bellavista, De Manincor, Franco Ruffo, Lidia De Manincor, Livia De Manincor, Maurizio De Manincor

Luoghi citati: Malcesine, Verona