Di Pisa: lo Stato mi sta perseguitando

Di Pisa: lo Stato mi sta perseguitando Condannato per le lettere anonime a Palermo. Ricorso al Tar contro la decisione del ministero Di Pisa: lo Stato mi sta perseguitando Il giudice trasferito a Messina, «manca solo che mi uccidano» PALERMO. Il sostituto procuratore Alberto Di Pisa condannato dal tribunale di Caltanissetta ad un anno e mezzo di reclusione, quale presunto autore di lettere anonime e calunniose nei confronti dei alcuni magistrati (tra i quali Giovanni Falcone) e dei vertici romani della polizia di Stato, nei cui confronti il ministero ha disposto il trasferimento, in un' intervista al Tg3 Sicilia ha dichiarato tra 1' altro: «In questi ultimi tre anni sono stato sottoposto a tutta una serie di abusi, di vessazioni, illegalità poste in essere anche da organi dello Stato. A questo punto credo, sulla scorta della mia esperienza e per un copione già sperimentato a Palermo, che manchi soltanto l'omicidio finale». Di Pisa ha poi aggiunto, in relazione al trasferimento a Messina, operativo da oggi: «Vi è un decreto del ministero che porta la firma del 20 marzo '90, che però per due anni è stato tenuto nei cassetti del ministero e che viene messo in esecuzione a distanza di due anni ed in un momento particolare». Per il magistrato «è particolarmente grave l'urgenza con cui questo provvedimento viene attuato, tant'è che nel giro di 24 ore è stato fissato il termine del 29 giugno per prendere possesso del nuovo ufficio a Messina e poche ore dopo si fissa il termine del 20 giugno, quasi fossi un pacco postale che in 24 ore si può inviare da una città all' altra». Ieri poi il sostituto procuratore generale Vincenzo Tardino, difensore del giudice nei procedimenti davanti il Csm ha diffuso una dichiarazione per sostenere, tra l'altro, che il ministro Martelli, «non deve perdere di vista il senso delle cose, e soprattutto il senso della legge: sfornando atti e provvedimenti quasi fossero i rescritti e i decreti di Cesare Augusto, e dando l'impressione di seguire e perseguire appassionatamente una sua causa privata e personale». Ricordato che il nostro «nonostante tutto, è uno stato di diritto: e in uno stato di diritto non è possibile inviare bruscamente ad un magistrato, quali che siano le sue colpe, due comunicazioni di trasferimento immediato a distanza di sei ore 1' una dall' altra, Tardino conclude rilevando che «provvedimenti di questo tipo, ma possiamo dire tutti i provvedimenti amministrativi, per essere legittimi devono essere motivati ed adottati nell' esclusivo interesse pubblico». Ieri, infine, Di Pisa ha proposto ricorso al Tar contro il trasferimento al Tribunale di Messina. Nel '90 il sostituto procuratore impugnò la decisione del ministero, ma il Tar della Sicilia dichiarò improponibile il ricorso effettuabile soltanto in presenza di una notificazione già avventa. L'incartamento relativo alla nuova impugnazione è stato inviato per posta oggi al Tribunale amministrativo del Lazio competente nei casi riguardanti i magistrati secondo una recente legge. [r. cri.] Il giudice Alberto Di Pisa

Persone citate: Alberto Di Pisa, Cesare Augusto, Di Pisa, Giovanni Falcone, Vincenzo Tardino