Corruzione, retata a Ostia: dieci in carcere di Gio. Bia.

Corruzione, retata a Ostia: dieci in carcere Corruzione, retata a Ostia: dieci in carcere Presi nel blitz anche un imprenditore e un funzionario recidivo ROMA. Il sostituto procuratore che ha chiesto e ottenuto gli arresti, Pietro Andruzzi, approfitta del temperale per evitare le domande: «Posso solo dire che piove». Ma nella tangentopoli di Roma e dintorni, quella di ieri è stata giornata di «caccia grossa»: dieci persone finite in carcere e altre sei ricercate per uno scandalo scoperto alla XIII Circoscrizione - quella di Ostia - nel quale i magistrati hanno trovato l'appiglio per contestare anche l'associazione per delinquere e la corruzione. Per ora, in questo nuovo filone d'inchiesta non sono coinvolti personaggi politici, ma l'indagine è in pieno svolgimento, e non sono escluse sorprese. Lo scandalo ha le sembianze di un comitato d'affari messo in piedi nella circoscrizione per «vendere» concessioni edilizie, permessi e licenze. Tre degli arrestati, secondo l'ipotesi degli investigatori, ave- vano messo in piedi una sorta di ufficio privato di consulenza tecnica per agevolare il percorso delle pratiche per le concessioni edilizie. Tra le persone che adesso aspettano m cella di conoscere il proprio destino c'è Michele De Rossi, geometra dell'ufficio tecnico della XIII Circoscrizione, già arrestato qualche mese fa con l'accusa di aver intascato una tangente da 100 milioni per escludere dal piano di salvaguardia ambientale un determinato terreno. Il fatto nuovo: sembra che a De Rossi fosse stata affidata la consulenza per la ristrutturazione di due ville in stile liberty - fra le più belle della zona - acquistate recentemente dall'imprenditore Antonio Pagani, che aveva affidato la direzione dei lavori a Claudio Causio. Sia Pagani - proprietario pure di un ipermercato ad Ostia - che Causio sono finiti in manette. I dieci arrestati sono stati distribuiti in varie carceri del Lazio: Causio e Pagani sono in quello romano di Regina Coeli dove ieri sono stati interrogati. In cella sono finiti pure l'architetto Giovanni Battista Galentino, dirigente dell'ufficio tecnico della XIII Circoscrizione, il geometra Armano Cucchiarelli - dipendente dello stesso ufficio come De Rossi - e suo fratello, Luca Cucchiarelli. Gli altri, di cui non si conoscono ancora con esattezza qualifiche e mansioni, sono Aldo Tozzi, Maria Modesta Guarnieri, Franco Palmieri e un cittadino egiziano, Fayett Ratib. L'inchiesta condotta dai sostituti procuratori Andruzzi e Moricca e dal gip Vincenzo Rotundo, che ha firmato gli ordini di custodia cautelare, nasce dallo stralcio di un'altra indagine, diretta dal sostituto procuratore Cesare Martellino, e che ha il suo epicentro sempre ad Ostia. Lì infatti è nata l'operazione «mani pulite» romana, in seguito alla serrata dei commercianti del novembre scorso, organizzata per protestare contro «il sistema capillare di tangenti e corruttele». Fioccarono così le denunce di commercianti e imprenditori, che hanno scoperchiato la pentola di «pizzi», ricatti ed estorsioni. E i primi arresti. Tre dipendenti comunali accusati di pretendere tangenti dai commercianti che chiedevano le licenze; un geometra trovato in possesso di 17 milioni (seconda rata di un pizzo pagato per agevolare una concessione edilizia); il primo arresto di De Rossi. Nei giorni scorsi, sempre nell'ambito di quell'inchiesta, era finito in manette l'assessore psdi della Provincia Lamberto Mancini, preso con una tangente da 28 milioni subito dopo la commemorazione di Giacomo Matteotti. [gio. bia.]

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