Giappone, addio bacchette: inizio della fine

Giappone, addio bacchette: inizio della fine Per i tradizionalisti è un segno gravissimo di decadenza; ma forse l'allarme è strumentale Giappone, addio bacchette: inizio della fine Inchiesta nelle scuole, a tavola i bambini non sanno più usarle s ONO sempre di meno i bambini giapponesi che sanno mangiare correttamente usando le bacchette. Lo dice una recente indagine condotta nelle scuole: fast-food, hamburger, pollo fritto e una certa influenza occidentale hanno portato in tavola la sciatteria, anche da parte dei genitori che non insegnerebbero ormai più le buone maniere. Risultato: appena il dieci per cento degli alunni delle elementari sa usare appropriatamente le bacchette. Due anni fa un'inchiesta analoga era giunta alle stesse conclusioni. Ma adesso si fa il paragone con uno studio del 1936, secondo il quale già all'età di tre anni e mezzo il 75 per cen¬ to dei bambini sapeva arrangiarsi coi bastoncini: oggi, nello stesso gruppo di età, solo 1' 1 per cento è in grado di farlo. Il signor Akira Murakoshi, segretario di un gruppo di ricerca sull'infanzia, commenta sconsolato: «Il problema non è la bacchetta, è l'atteggiamento complessivo davanti alla vita». Per lui, che fa riferimento alla tradizione, l'uso dei bastoncini è in primo luogo un esercizio mentale, perché bisogna saper controllare i movimenti delle dita impegnate nella manovra: pollice, indice, medio e anulare come punto di equilibrio. Una delle due bacchette rimane ancorata nell'incavo tra il medio e l'indice, appoggiata se si vuole all'anulare, ed è il medio a fare da «timoniere» nella manovra dell'altra. L'esercizio, non facile, secondo un antico modo di due «differenzia l'uomo dalla scimmia». Per questo, osserva il professor Kisou Kubota, dell'Università di Kyoto, «pei* far funzionare i bastoncini si deve pensare. Il loro uso è un esercizio del pensiero, porta a cercare soluzioni». Nelle sue parole si nota una preoccupazione che va molto al di là dell'etichetta. La fine della «cultura delle bacchette», come titola il Guardian di Londra, è anche il presagio di sventure economiche, il segno di una dimùiuzione nella capacità intellettuale e lavorativa delle future generazior ni? Va detto che in Giappone si al¬ zano periodicamente grida d'allarme sui bambini e sui bastoncini: dietro le quali vi sono oscuri timori per l'occidentalizzazione di una società che celebra il Natale con un'orgia di regali ma senza saper che cosa sia, o San Valentino con un via vai di cioccolatini a forma di cuore senza preoccuparsi di che cosa rappresenti un santo. La bacchetta è una bandiera dell'identità nazionale, come il Sol Levante e il Tenno. In realtà il Giappone si modernizza sempre di più, ma rimane sempre lo stesso: i bambini si portano a scuola la merendina in deliziose scatoline capolavori di tecnologia per materiali e sistemi di chiusura, ma con lo scompartimento per le bac- chette. E in tutto il Paese, in casa e anche nei migliori ristoranti, si usano da tempo bastoncini in legno usa e getta, garanzia di igiene, riservando a grandi occasioni quelli in legni pregiati o in argento. L'influenza occidentale si fa molto sentire nel cambiamento delle abitudini dietetiche, e ov¬ viamente ha provocato un inizio di diffusione per le posate. Ma la bacchetta rimane sovrana. E se i pargoli sono un po' impacciati, impareranno presto: la prima cerimonia rituale per i piccoli, all'età di 120 giorni, consiste nel mangiare un glutinoso chicco di riso che viene loro porto con minuscole bacchette. Non c'è dubbio che saper usare i bastoncini è anche un esercizio mentale. Ma se il successo economico giapponese dipendesse da questo, la Cina dovrebbe essere da sempre il Paese più ricco e potente del mondo. La civiltà cinese conosce le bacchette da tempo immemorabile, ben prima che da noi fossero inventate le posate. L'uso si è poi esteso alle culture tributarie di quella cinese: le uniche, in tutta l'Asia, in cui da secoli non si mangia con le mani. E naturalmente, come succede da noi per le posate, c'è tutta una etichetta per le bacchette: il modo in cui uno le tiene è già una spia della sua origine sociale. Fernando Mozzetti E colpa del fast food e soprattutto dei genitori: nel 36 tre piccoli su quattro le conoscevano già a 3 anni Bacchette in disuso tra i bambini giapponesi. Adoperarle era anche un esercizio mentale

Persone citate: Akira Murakoshi, Fernando Mozzetti

Luoghi citati: Asia, Cina, Giappone, Londra