Bimba muore dissanguata dopo cinque ore di agonia

Bimba muore dissanguata dopo cinque ore di agonia Un'auto la ferisce: portata troppo tardi da Avigliana a Torino? Bimba muore dissanguata dopo cinque ore di agonia Aveva rincorso la palla che rotolava per il vicolo lungo le case e i prati della periferia di Buttigliera Alta. Poi si è fermata contro una rete, per lasciar passare una 500 che faticava in una stretta curva nella stradina. Quell'auto, nel far retromarcia, l'ha schiacciata, le gambe contro il basso muretto in cemento che, come una lama affilata, le ha recisa un'arteria. Erano le 17, di martedì. E a quell'ora, mentre lei ancora stringeva la palla rossa in mano, è cominciata l'agonia di Stefania Valetti, sei anni compiuti a novembre. Il suo cuore si è fermato alle 22,10, al Nuovo Martini, dove era stata trasportata dall'ospedale di Avigliana. I genitori si chiedono: «Perché si sono perse tante ore? Perché non si è mosso l'elisoccorso?». Stefania abitava a Buttigliera, in via Musine 7. Una casa a due piani, il cortile pieno di fiori, dove trascorreva molte ore con il fratello Rinaldo, 11 anni, a rincorrere Zara, un cane dalmata. Il papà, Pier Sandro, 45 anni è operaio; la mamma Maria, casalinga. Raccontano: «Aveva finito le scuole, era felice, era stata promossa». Parlano delle sue risate che riempivano la casa e di quelle sue paure che nascondeva tenendo il pollice della mano ih bocca. L'altro pomeriggio, dicono, era scesa nel cortile. Ha visto un'amica, Francesca Sala, 6 an- ni anche lei, abita nella casa accanto. Sono uscite in strada, con la palla in mano. Per far due passi, racconta Francesca, per vedere i fiori e gli alberi. Via Musine incrocia vicolo Palermo e via Marinetti. C'è una curva, la strada è in discesa. Da una di quelle viuzze è arrivata la 500 gialla di Maria Paola Scopelliti, 23 anni. Abita a Gravere, da due giorni lavora come portalettere a Buttigliera. Ha fatto manovra per imboccare la curva. Stefania aveva appena raccolto la palla: si è seduta sul muricciolo, alto 32 centimetri, per far passare l'auto. La vettu¬ ra le ha schiacciato le gambe. La Scopelliti: «Perdeva sangue, tanto sangue». L'ha accompagna all'ospedale di Avigliana. La dottoressa Rabacchi è vice direttore sanitario del nosocomio: «La bimba aveva una grave lesione venosa dietro il ginocchio sinistro. Abbiamo telefonato al centro di chirurgia vascolare delle Molinette per trasportavela; i medici erano in seduta operatoria, non potevano accoglierla. All'Infantile ci hanno detto che non poteva essere mossa, bisognava fermare l'emorragia. L'abbiamo portata in sala operatoria». La mamma: «L'ho vista, era pallida, mi ha chiamata, mi voleva vicina». L'amministratore straordinario dell'ospedale, Vincenzo Femia: «Abbiamo fatto tutto il nostro dovere». Ma perché si è perso tanto tempo? Perché non si è pensato all'elisoccorso? La dottoressa Rabacchi: «Abbiamo fermato l'emorragia, ma la situazione è peggiorata. Abbiamo telefonato ad altri due ospedali, a Rivoli e al Nuovo Martini». Erano le 21,35 quando Stefania è stata ricoverata al Martini «per arresto cardiocircolatorio». Il suo cuore si è arreso mezz'ora dopo. |§ §§§| I coniugi Valetti si chiedono: |§ «Perché per soccorrere Stefania §§§| si sono perse tante ore?»

Persone citate: Francesca Sala, Maria Paola Scopelliti, Pier Sandro, Rabacchi, Scopelliti, Stefania Valetti, Valetti

Luoghi citati: Avigliana, Bimba, Buttigliera Alta, Gravere, Rivoli, Torino, Zara