Con Fripp & Sylvian passato, futuro e rock
Con Fripp & Sylvian passato, futuro e rock Successo dell'anteprima mondiale a Bari Con Fripp & Sylvian passato, futuro e rock Concerto suggestivo ed evanescènte «The First Day» oggi sarà a Perugia BARI DAL NOSTRO INVIATO «All'auditorium Nino Rota? Andiamo, capo, pronti. Ma tu l'hai conosciuto, a Nino Rota? Io sì, lo portavo in giro, prima con la carrozzella, poi col tassì. Un signore serio, gentile, pensava sempre. Peccato che è morto». Il taxista racconta il suo Nino Rota, e Bari scorre via nella sera appiccicosa. «Ma che ci sta all'auditorium, stasera?», chiede l'amico di Nino Rota. Ci stanno Robert Fripp e David Sylvian. «Ah, sono robe nuove, robe de roccke...». Robe nuove? Chissà. E chissà se sono robe de roccke. Anche il rock è morto. O forse è diventato un'altra cosa. Siamo qui per capire. Robert Fripp, quello dei King Crimson: e lì c'è una bella parte della storia del rock non rock, un rock che già alla fine degli Anni Sessanta aveva perso la rabbia per esplorare scale pentatonali, jazz, new age, ambient, musiche morbide e vaghe come i sogni. E insieme con 1 algido, meditabondo chitarrista, c'è David Sylvian. Eroe dei Japan, furori presto scivolati nell'avanguardia, e oggi lunatico maitre-à-penser incerto fra sperimentazioni e silenzi e ripensamenti. L'evento si consuma in una sala da seicento posti con mille spettatori, sudori da giungla tropicale e sul palco loro due, Fripp e Sylvian - con Trey Gunn giovane suonatore di contrabbasso «stick» - a raccontare il proprio passato e il proprio futuro. Più il passato che il futuro, ad essere sinceri. L'incontro fra i due musicisticulto, in anteprima mondiale a Bari, chiude «Time Zones», il festival «delle musiche possibili». Possibili? Certo, il progetto Fripp-Sylvian è possibile. Forse non riuscito perfettamente, ecco. Ma possibile. S'intitola «The First Day», si apre con la sempiterna chitarra di Fripp che non sa e non vuole dimenticare i King Crimson, si innerva delle tastiere di Sylvian e della sua voce, voce bassa e sfuggente. «Soundscape», «FirepOwer», «Ascension Song», il fondale s'illumina di mille stelle per «The First Day», poi s'anima della proiezione fantasmatica di nuvole in «Mood 16», castelli di nuvole che passano silenziosi sulla voce struggente di Sylvian e le note liquide della chitarra di Fripp. Fripp è il motore immobile di un merletto musicale fatto di minimalismi e sussulti magniloquenti. Sylvian è defilato. Sta vivendo storie sue, anche umane. Ha una nuova compagna, una corista di Prince, e si trasferirà a Minneapolis, e lì chissà, potrebbe incontrare Prince e prendere altre strade. Intanto s'abboffa di spezzatino. Segno che la svolta esistenziale è a buon punto. Con la moglie di prima, giapponese, era vegetariano rigoroso. L'ultima volta l'avevamo visto a Torino in un concerto interrotto dopo dieci minuti: dolori di stomaco, guarda gli scherzi delle diete saluti ste. Adesso trangugia lo spezzatino sugoso e piccante con l'aria di chi deve recuperare e metter su qualche chilo, povero ragazzo. Nel concerto Sylvian gioca un ruolo strano, quasi da spalla, offre i suoi amori di musica giapponese, a tratti persino la sua antica anima dura e rockettara. Ma il concerto è molto Fripp, suggestivo e un po' evanescente. Hanno idee su cui lavorare, i due sacerdoti della sperimentazione rock, ma il nocciolo della questione sfugge: siamo ai bei suoni, e magari è davvero questa la migliore delle musiche oggi possibili. Però il futuro del rock non si vede ancora. Forse sta da un'altra parte, nei riff neri e cattivi' di quel «Black Rock» che proprio a Bari - tra il 29 giugno e il 7 luglio j'vivra il suo secondo festival italiano. Con Maceo Parker, Grèg Osby, Brand NevV Havifes. Sentieri, possibilità. Ig.fer.] Fripp e Sylvian staranno oggi a Perugia, il 19 a Roma, il 21 a Livorno, il 23 a Milano, il 24 a Genova, il 25 a Bologna,
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