Blimunda il soprannaturale e la carne di Armando Caruso

Blimunda, il soprannaturale e la carne In spena domani sera al Regio l'opera di Azio Corghi tratta dal romanzo «Memorial do Convento» di Saramago, regista Savary Blimunda, il soprannaturale e la carne Si cercano nuove emozioni: in scena anche un nudo integrale TOSINO. Azio Corghi, il più autorevole fra i compositori italiani iJon più giovanissimi, incontra José Saramago, il più grande scrittore portoghese e nasce «Blimunda» opera fra realtà e fantasia, sospesa fra passato e futuro, che va in scena domani (ore 20,30) al Teatro Regio. Ne sono protagonisti gli attori Michele De Marchi (Domenico Scarlatti), Renato Sarti (Giovanni V), Margherita Salio (Maria Barbara), i cantanti Marta Szyrmay (Sebastiana Maria de Jesus), Jorge Vaz de Carvalho (Bartolomeu Lourenco de Gusmao), KatiaLytting (Blimunda), le «New Swingle Singers». Il direttore d'orchestra è Will Humburg, la regia di Jerome Savary, Alida Baldi (assistente). Le scene sono di Michel Lebois, i costumi di Jacques Schmidt, maestro del coro è Massimo Peiretti. Saramago è un letterato «trasgressivo», Gorghi un compositore curiosissimo, che divora li- bri e grandi romanzi come fossero pane quotidiano. «Blimunda non è un'opera lirica tradizionale - avverte subito il direttore d'orchestra Will Humburg - ma opera di forte, moderna teatralità, ancor più complessa dal punto di vista musicale di "Gargantua", che fu rappresentata proprio al Regio, parecchi anni fa, e che lascio in molti di noi il desiderio di rivederla». Tratta dal romanzo «Memorial do Convento» di Saramago, «Blimunda» si avvale, sin dalle prime battute, di un prestigioso osservatore del suo tempo: Domenico Scarlatti, sbigottito maestro di cappella alla settecentesca corte di Giovanni V di Portogallo. Il musicista, invitato a insegnare cembalo alla piccola Maria Barbara, figlia del re, resta coinvolto in un mondo di passioni, di crudeltà, visioni fantastiche, magia, mentre nel cattolicissimo Portogallo impera la Santa Inquisizione. Due le chiavi di lettura dell'opera: la vicenda umana scaturita dalla promessa di Giovanni V di far costruire un convento (il monumento di Mafra), se Dio gli avesse dato la gioia di un erede; quella magica e psicologica, di Blimunda, che con le sue sofferenze, simboleggia la difesa della vita liberata dai pregiudizi. In queste due dimensioni s'intrecciano i patimenti della madre, la «strega» Sebastiana, condannata al rogo. Blimunda ha il potere di vedere nei cuori, di leggere nell'animo degli uomini e dell'amato soldato Baltasar che in guerra ha perso la mano sinistra. I suoi poteri sovrannaturali non le impediscono però di godere dei piaceri della carne: nella scena della notte d'amore con Baltasar (nel primo atto), si vedrà un nudo integrale appena celato da un velo, mentre il gesuita padre Bartolomeu, un sognatore, che sta lavorando alla costruzione della «passarola» (grandiosa macchina a forma di uccello capace di volare), si fa attrarre dalla sapienza di Sebastiana. Chiede allora a Blimunda e a Baltasar di aiutarlo a realizzare il suo progetto di fuga dalla realtà. E cosi comincia anche il dialogo immaginario tra padre Bartolomeu e Domenico Scarlatti. Avverte il direttore d'orchestra, Humburg: «Amo quest'opera perché la drammaturgia sta tutta nella musica sempre protagonista come nelle opere di Puccini o Wagner». Carlo Majer, direttore artistico del Regio, sottolinea la febee collaborazione tra musicista e scrittore. «Se il "Memoriale" è un grande affresco, "Blimunda" ne rappresenta i frammenti, lascia spazio alla recitazione, al canto astratto delle "Swingle Singers" (simbolo onirico della vicenda), al canto lirico, allo spettacolo realizzato dal regista Jerome Savary con una visione stilistica di grande eleganza. Blimunda non è opera che va contro il pubblico. Lo coinvolge emotivamente». Will Humburg, che è anche direttore artistico del teatro di Munster (città della Pace di Vestfalia), è tanto legato a Corghi, da commissionargli un'opera sulla strage degli anabattisti avvenuta in quella città nel '500, che andrà in scena nel '93. . Conclude Humburg: «Cerco una forma di teatro nuovo, voglio dirigere opere che siano al' centro degli spazi, in cui il pubblico resti coinvolto, diventi protagonista. Opere, come questa di Corghi, con attori, cantanti, coristi e musicisti che vibrino; come corde di violino. Voglio nuove emozioni». ; Armando Caruso Azio Corghi (nella foto) sta scrivendo un'opera sulla strage di Munster

Luoghi citati: Munster, Portogallo