Mesina dai banditi liberate Farouk

Mesina dai banditi: liberate Farouk L'ex re del Supramonte li avrebbe visti e forse parlato con il piccolo ostaggio Mesina dai banditi: liberate Farouk Ma i familiari smentiscono CAGLIARI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' stato il bandito sardo, ma da tempo ha cambiato vita, tanto che nei mesi scorsi ha ottenuto la libertà condizionale, nonostante ima condanna all'ergastolo. E ora si è spostato sull'altro fronte della barricata, dalla parte delle vittime dei sequestri. Graziano Mesina, 50 anni, ex re del Supramonte di Orgosolo, cacciatore di ostaggi e di riscatti, si è impegnato per ottenere il rilascio del piccolo Farouk Kassam, prigioniero da 5 mesi dei banditi che l'hanno rapito nella villa dei genitori, a Porto Cervo. Lo sostiene il settimanale «Visto» nel numero in edicola oggi. Ma il padre e la madre del bambino hanno smentito con forza, ieri sera, qualsiasi rapporto con l'ex fuorilegge e hanno lamentato il mancato rispetto del silenzio stampa sulla vicenda, spiegando che tutto ciò «ritarda la liberazione del piccolo e ne mette a repentaglio l'incolumità». Graziano Mesina - è l'anticipazione contenuta in una nota del gruppo «Rizzoli Corriere della Sera» - ha incontrato i banditi, o i loro emissari e forse ha addirittura visto l'ostaggio. Non solo: ha portato ai genitori di Farouk, Fateh Kassam ed Evelyne Bleriot, una lettera ed una Polaroid del bambino. Il messaggio e l'istantanea sono la prova che il figlio dell'imprenditore è in buone condizioni. Ma ci sono dubbi sul seguito della «trattativa», dice «Visto»: i familiari del bambino, infatti, nel consegnare scritto e foto agli inquirenti hanno svelato da chi li avevano ricevuti, «bruciando» così il prezioso intermediario. La clamorosa trattativa segreta che vede nel ruolo di protago- nista Graziano Mesina è raccontata dal settimanale che fornisce anche la spiegazione di come è nata. Nelle scorse settimane il sequestratore pentito ha lasciato Asti, dove vive e lavora da quando è tornato libero, e ha trascorso alcuni giorni in Sardegna. L'obiettivo del breve soggiorno era, appunto, mettersi in contatto con la banda che ha sequestrato Farouk. Prima di tornare in Piemonte, l'ex ergastolano avrebbe fatto visita ai Kassam, a Porto Cervo, per consegnare lettera e foto. In Sardegna il magistrato Mauro Mura, sostituto procuratore distrettuale, si è rifiutato di commentare la notizia. Sono stati inutili anche i tentativi di rintracciare Mesina ad Asti, o a Crescentino, dov'è un fratello. Nel comunicato, i Kassam si rammaricano per il mancato rispetto del silenzio stampa, e ricordano «di non aver mai chiesto nulla, se non un minimo di solidarietà, per il dramma che vive». La smentita dei Kassam è categorica: negano di aver avuto alcun rapporto con Mesina e ag- giungono «di non aver mai riferito agli inquirenti di contatti con le persone che sono state loro vicine». C'è tuttavia nel caso almeno una singolare coincidenza. L'ex fuorilegge era ad Orgosolo il giorno di Pasqua, quando la mamma di Farouk lanciò dall'altare della chiesa un'accorata richiesta di aiuto alle donne della Barbagia. E lì è tornato nelle scorse settimane, dopo aver fatto una breve tappa a Cagliari. A favore della credibilità della vicenda giocano elementi della personalità di Mesina, uomo aperto e a suo modo generoso, oltreché implacabile contro i nemici. Sul finire degli Anni Sessanta non esitò a prendere in ostaggio un bambino, Marcello Petretto, che aveva la sfortuna di accompagnare il padre Nino, titolare della concessionaria Fiat di Ozieri, vicino Sassari. Restituì quasi subito la libertà al piccolo. E avendo saputo che compiva gli anni, gli regalò 10 mila lire: «Tieni, comprati un regalo». Corrado Grandesso Un settimanale rivela «Ha dato ai genitori una lettera e una Polaroid del bambino prigioniero in una caverna» Graziano Mesina, 50 anni, bandito sardo «pentito» e, a fianco, il piccolo Farouk Kassam, rapito cinque mesi fa nella sua villa in Costa Smeralda