Kohl fa retromarcia «Non accetteremo mai l'eurocentralismo»

Kohl fa retromarcia «Non accetteremo mai l'eurocentralismo» Attacco alla Commissione Delors Kohl fa retromarcia «Non accetteremo mai l'eurocentralismo» BONN NOSTRO SERVIZIO Anche il Cancelliere tedesco, convinto europeista, incomincia a vacillare nella sua fede incrollabile nell'Europa. In una dichiarazione di governo di fronte al Bundestag, Kohl ha stupito attaccando la Commissione europea, che accusa di voler «regolare tutto fino al minimo dettaglio» e dichiarandosi contrario ad un'Europa centralista con le parvenze di un «moloch» burocratico. In realtà il Cancelliere continua ad essere contrario a nuove consultazioni per Maastricht, che vuol far ratificare così com'è dalle due Camere del Parlamento tedesco. Ma il «no» dei danesi ha avuto le sue ripercussioni anche in Germania. I 16 Lànder, che godono di grande potere politico, essendo i componenti della Camera alta, il Bundesrat o Camera dei Lànder, hanno minacciato di non ratificare il trattato se non verranno consultati per i trasferimenti di sovranità in favore della Comunità europea. Di fronte a queste critiche il Cancelliere, che non attraversa certo un periodo felice per quanto riguarda i problemi interni, ha annunciato che lotterà contro le «tendenze centraliste e burocratiche delle autorità di Bruxelles» e che al prossimo vertice europeo di Lisbona il 26 e 27 giugno chiederà un miglioramento del «principio di sussidiarietà». Termine che in linguaggio comunitario significa la facoltà di regolare tutto il possibile al livello più basso dell'amministrazione, in altre parole se è possibile sbrigare un problema a livello di provincia o regione, non c'è motivo per cui si debba passare una lunga trafila attraverso l'autorità centrale. Ma ciò che preoccupa di più il cittadino tedesco medio non sono tanto i princìpi comunitari, che comunque diffìcilmente riesce a seguire, ma la paura di svendere il marco, figlio prediletto della Repubblica Federale, in cambio di una fantomatica moneta unica, chiamata sprezzantemente «moneta esperanto» in ricordo del tentativo fallito di creare una lingua sola per tutto il mondo. Non solo la stampa popolare, ma anche quella «seria» ha infatti lanciato numerosi allarmi, tutti aventi come argomento questo unico tema. Cosa ne sarà del nostro bel marco forte e stabile? Nomi prestigiosi dell'economia tedesca si sono già schierati dalla parte dei timori dei cittadini e proprio recentemente gli oppositori di Maastricht hanno ricevuto l'appoggio di 60 economisti, tra cui Karl Schiller, già ministro delle Finanze del governo Brandt. Il Cancelliere non ha potuto che ripetere le solite frasi rassicuranti. «Capisco i timori di chi pensa che la Germania sia troppo impegnata per la riunificazione interna per poter anche affrontare l'approfondimento e l'allargamento della Comunità», ha detto Kohl, «ma l'unione europea porta la firma tedesca e ne farà parte solo chi proverà di poterlo fare». La lavata di capo del Cancelliere al moloch burocratico europeo viene solo un giorno dopo che lo stesso Cancelliere aveva dovuto ascoltare i rimproveri del presidente della Republica tedesca Richard von Weizsacker, che ha criticato la gestione dell'unità tedesca da parte del governo Kohl ed in particolare l'aver taciuto ai tedeschi occidentali che avrebbero dovuto pagare di tasca propria. Francesca Predazzi

Persone citate: Brandt, Delors Kohl, Francesca Predazzi, Karl Schiller, Kohl, Richard Von Weizsacker

Luoghi citati: Bonn, Bruxelles, Europa, Germania, Lisbona