Mega-mazzette in laguna
Mega-mazzette in laguna Mega-mazzette in laguna Due miliardi e mezzo di «pizzo» per appalti di un solo depuratore VENEZIA. Ammonterebbe complessivamente ad oltre due miliardi e mezzo di lire - secondo i capi d'imputazione contestati dalla magistratura veneziana negli ultimi provvedimenti - la somma delle presunte tangenti versate da alcune aziende per ottenere una serie di appalti legati alla realizzazione del depuratore di Fusina (Venezia). Il denaro sarebbe stato consegnato ad intermediari perché esercitassero la loro influenza sulla giunta regionale e sugli organi deliberativi del Consorzio comunale impianti di depurazione (Ccid), che controlla la maggioranza della «Sogeive Veneto Ambiente». L'accusa di corruzione, in relazione ai lavori per il depuratore di Fusina, è stata mossa in un nuovo ordine di custodia cautelare anche nei confronti dell'amministratore delegato della azienda edile «Ccc» di Musile di Piave Alessandro Merlo. Oggi, l'imprenditore e gli altri due ultimi arrestati (Valentino Tavolazzi, della Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, e Guido Turconi, della Ercole Marcili impianti tecnici) dovrebbero essere interrogati dai magistrati: Tavolazzi e Turconi in carcere a Treviso, Merlo in procura a Venezia. Sempre in giornata dovrebbe essere sentito anche Guglielmo Merlo, fratello di Alessandro. Ieri, il pm Carlo Nordio ha interrogato in carcere a Padova Michele Leone, ex commissario del Consorzio di bonifica Bradano-Metaponto, accusato di concorso in corruzione per aver agevolato la «Ccc» nell'assegnazione di un appalto lungo il fiume Sinni. E sabato, in carcere a Venezia, è previsto l'interrogatorio di Giovanni Pacco, amministratore delegato della «Imprese costruzioni Giuseppe Maltauro» di Vicenza, arrestato per concorso in corruzione. [Ansa]
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