Ospedali sotto choc tra tangenti e armi
Ospedali sotto choc tra tangenti e armi La doppia vita dei tre ausiliari-trafficanti Ospedali sotto choc tra tangenti e armi Agli ospedali Regina Margherita e Maria Vittoria ieri non si parlava d'altro. La notizia dell'arresto dei due ausiliari sanitari dell'Infantile e dell'operatore tecnico dell'Usi 4 s'è abbattuta come un fulmine su colleghi e superiori. Va bene che i giudici indaghino su irregolarità vere o presunte nell'assegnazione di qualche appalto, ma qui l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal sostituto procuratore Ausiello parla di armi, di importazione illegale dalla Jugoslavia, di contatti con la malavita. E l'arsenale sequestrato dai carabinieri fa pensare a collegamenti d'alto livello, forse con la 'ndrangheta calabrese, forse addirittura con la mafia. E' sotto choc il Maria Vittoria, presidio che pure dovrebbe essere abituato alle bufere giudiziarie. Nell'ospedale di corso Tassoni nessuno aveva mai sospettato che Roberto Meden, in servizio con funzioni che la sua qualifica non riconosce, come impiegato dell'ufficio economato, fuori di qui potesse andarsene in giro come un vero bombardo, su un'auto carica di un kalashnikov calibro 7,62, quasi 300 pallottole, una saponetta di tritolo, 30 proiettili calibro 22, detonatori e bombe a mano di fabbricazione sovietica. Ma era proprio lui domenica sera alla guida di quell'Argenta grigio metallizzata che i carabinieri di Venaria hanno fermato col carico di armi al casello di Settimo Torinese, di ritorno da un viaggio in Istria. Aveva accanto una ragazza che non si sa ancora se sia complice o vittima: Moira Domba, 19 anni, piccola e carina, continua a ripetere che era all'oscuro di tutto. «Lo accompagnavo e basta». All'Infantile lo choc è doppio. Oltre alla sorpresa per l'arresto degli ausiliari Antonio Mat era e Riccardo Scarc olii, il personale della sala operatoria dove i due prestavano servizio ha scoper¬ to che c'era nientemeno che una bomba a mano «a strappo» nascosta in uno degli armadietti della stanza tre metri per quattro dove tutti - dal primario ai medici, dalle infermiere agli ausiliari - passano per cambiarsi prima di oltrepassare la porta a vetri del reparto. L'armadietto è quello di Scarcelli, uno dei primi entrando, con l'adesivo del gatto Titti sullo sportello. Dice la caposala, Valeria Mazzero, che in questo buco zeppo di armadietti uguali uno all'altro, con un lavandino e un fuoco per il caffé, nessuna delle 27 persone che qui tutti i giorni vanno e vengono s'è mai accorta della doppia vita dell'ausiliario Scarcelli; «Faceva il pomeriggio, non ha mai avuto richiami né provvedimenti disciplinari». Il direttore sanitario dell'Infantile, Giuseppe De Intinis, non conosceva Scarcelli. Ma conosceva Matera, lo teneva d'occhio: «Dopo essere stato arrestato per una vicenda di droga, aveva ottenuto gli arresti domiciliari e nel marzo dello scorso anno era stato riammesso al lavoro in ospedale. A fine mese firmavo i fogli delle sue presenze e li inviavo al magistrato. Pensavo che avesse cambiato vita. Invece...». L'operazione è ancora in corso. Restano in carcere Roberto Meden, Riccardo Scarcelli, Antonio Matera e Moira Domba. Scarcerato invece l'imprenditore arrestato l'altro giorno dai carabinieri: Tristano Cirillo, 41 anni, abitante a Piossasco in via Togliatti 19, ha lasciato il carcere ieri pomeriggio dopo essere stato a lungo interrogato dal magistrato. Gianni Armand-Pilon Maria Vittoria e Infantile ancora nella bufera: dopo gli scandali, le bombe Moira Domba, 19 anni, si proclama innocente. Nessuno al Regina Margherita aveva sospetti sull'ausiliario Riccardo Scancelli L'armadietto del Regina Margherita a fianco della camera operatoria dove l'ausiliario Scarcelli aveva nascosto anche una bomba a mano: in quella stanza passavano tutti per cambiarsi
Luoghi citati: Istria, Jugoslavia, Matera, Piossasco, Settimo Torinese, Venaria
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