«Il giudice di via Poma d sta perseguitando» di R. Cri.

«Il giudice di via Poma ci sta perseguitando» La famiglia dell'ultimo indiziato accusa «Il giudice di via Poma ci sta perseguitando» «Non ha alcuna prova né testimoni» Ieri interrogati gli zii di Federico Valle ROMA. «Purtroppo devo rilevare che continua l'azione denigratoria nei confronti di mio figlio. Pur non essendoci agli atti alcun elemento né di prova, né di indizio contro di lui, si vuole creare un insieme di elementi tali da gettare il sospetto su di lui». E' lo sfogo di Raniero Valle, padre di Federico, l'ultimo degli indagati per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, che in Un documento sintetizza in 12 punti la propria amarezza e la mancanza di fiducia nelle istituzioni per l'evolversi della vicenda. Ieri, tra l'altro, un testimone della difesa indicato da Valle, Claudio Macchiavelli, zio di Federico, è stato interrogato per cinque ore dal pm Pietro Catalani. Convocato come testimone con la moglie Clara Ferrara, Macchiavelli si è risentito con il magistrato per il protrarsi dell'interrogatorio soprattutto perché riteneva di aver abbondantemente riferito sui fatti per i quali era stato chiamato. Sui contenuti del colloquio, nessuno particolare. Nel documento, Raniero Valle sottolinea numerosi punti, a suo avviso, negativi dell'inchiesta, con riferimento alla posizione processuale del figlio. Innanzitutto la mancata richiesta di archiviazione degli atti da parte del pm dopo l'esito del test del Dna al quale Federico fu sottoposto affinché il suo sangue fosse comparato con quello trovato sulla porta dell'ufficio in cui av¬ venne il delitto, e che gli inquirenti ritengono essere stato lasciato dall'assassino. Una richiesta - è scritto nel documento che i famigliari di Federico ritenevano «doverosa, così come era avvenuto nei confronti degli altri indagati». E ancora, la situazione determinatasi in occasione della richiesta di incidente probatorio sollecitata dalla difesa affinché fosse raccolta la deposizione di una amica della famiglia Valle gravemente ammalata, Annamaria Scognamiglio, che secondo l'avvocato Michele Figus Diaz sarebbe in grado di fornire un alibi a Federico per il 7 agosto 1990, giorno in cui avvenne il delitto. L'udienza in questione, fissata inizialmente per il 19 giugno, è stata successivamente rinviata al 22 giugno «pur essendo ben noto agli mquirenti che la teste il 22 giugno si troverà all'estero per cure mediche». Ora sembra, però, che l'udienza dinanzi al gip sia ulteriormente slittata al 26 giugno. Nel corso di quell'interrogatorio, su richiesta del titolare delle indagini, si svolgerà anche un confronto tra la Scognamiglio e Roland Voller, l'austriaco le cui rivelazioni hanno determinato il coinvolgimento di Federico. In conclusione, il contesto nel quale si è sviluppata l'indagine su Federico ha provocato, secondo Raniero Valle, un «continuo e notevole disagio alla famiglia». [r. cri.]

Luoghi citati: Roma