Il Messico caccia gli 007 Usa «Non rapirete più nessuno»

Il Messico caccia gli 007 Usa «Non rapirete più nessuno» Anche il Canada preoccupato per la «licenza di sequestro» Il Messico caccia gli 007 Usa «Non rapirete più nessuno» CITTA' DEL MESSICO. Il governo messicano ha sospeso ogni forma di cooperazione nella lotta al narcotraffico per protestare contro la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti che ha avallato il rapimento di un cittadino messicano accusato dell'uccisione di un agente americano della Dea. La Corte, chiamata a pronunciarsi sul sequestro di Humberto Alvarez-Machain, avvenuto a Guadalajara in Messico, ha stabilito che gli agenti americani sono autorizzati a rapire gli individui sospettati di reati e residenti all'estero. Un episodio al quale nei giorni scorsi ne è seguito uno analogo: ieri infatti si è appreso che agenti americani del servizio antinarcotici si sono introdotti sabato scorso in territorio messicano, nello stato orientale di Sonora, prelevando con la forza il commerciante Teodulo Romo. Lo hanno riferito fonti della Procura generale di Città del Messico. La «licenza di rapimento» che gli Stati Uniti si riservano era già stata proclamata in sede politica nel 1989 (anno del «prelievo» di Alvarez-Machain) dall'amministrazione Bush. Per molti questo atteggiamento suona come un'insostenibile pretesa di Washington di violare le leggi di altri Paesi e i trattati di estradizione. Per ritorsione, il provvedimento messicano vieta ogni attività in Messico della Dea, l'agenzia onti-droga americana, e sospende le attività di agenti messicani negli Stati Uniti. Un comunicato del ministero degli Esteri chiede che siano fissati nuovi colloqui per ridiscutere le regole su cui si deve fondare la cooperazione tra Usa e Messico nella lotta al narcotraffico. In assenza di tali nuove regole, che dovranno garantire «il rispetto del sistema giudiziario messicano e la salvaguardia della sovranità nazionale», proseguirà il divieto per le attività della Dea. La decisione della Corte su¬ prema americana è «nulla e inaccettabile», si legge nel comunicato, e «il Messico considererà come un reato qualsiasi tentativo di catturare persone sospette sul suo territorio». Anche il ministro della Giustizia canadese, Kim Campbell, ha espresso preoccupazione per la sentenza pronunciata dalla Corte suprema americana. «Ritengo che contenga un messaggio estremamente negativo - ha detto la Campbell - anche se non credo che ci sarà un'invasione di agenti a caccia di imputati». «Trovo tuttavia questa decisione spiacevole in un contesto internazionale in cui stiamo cercando di gover¬ nare le relazioni tra i Paesi e al loro interno su alcuni principi su cui possiamo fare tutti affidamento», ha aggiunto il ministro. Kim Campbell ha detto di temere che la decisione possa influire sul trattato di estradizione tra Usa e Canada, che lascia a ciascuno Stato la discrezionalità di non estradare un imputato o di farlo solo a determinate condizioni, come quella di assicurarsi che non sarà condannato alla pena di morte. «Questa è una discrezionalità che come Stato sovrano vorremmo continuare a esercitare», ha detto il ministro. Intanto, quasi tre tonnellate e mezzo di cocaina purissima, presumibilmente proveniente dalla Colombia, sono state sequestrate dalle forze di sicurezza messicane nei pressi della località di Nuxco, nello Stato di Guerrero, nel Sud del Paese. Per assestare questo durissimo colpo ai narcotrafficanti è stato «pedinato» per cinque ore un piccolo aereo, che dopo un volo lunghissimo è atterrato su una pista clandestina. Poco dopo l'atterraggio, è intervenuta la polizia che ha arrestato quattro narcotrafficanti messicani e trovato l'ingente quantitativo di droga su un camioncino con cui sarebbe stata trasferita, via terra, negli Stati Uniti. [Ansa]

Persone citate: Alvarez, Bush, Guerrero, Humberto Alvarez-machain, Kim Campbell, Romo