«Allarme crollo sul Colosseo» di Maria Grazia Bruzzone

«Allarme crollo sul Colosseo» Gli archeologi: il monumento si sgretola «Allarme crollo sul Colosseo» ROMA. E se crollasse il Colosseo, se il monumento più famoso della romanità, quasi il simbolo dell'antica Roma di colpo rovinasse al suolo o anche solo cedesse in qualche sua parte, magari per effetto di un mese di eccezionali acquazzoni? Che vergogna, di fronte al mondo. Eppure non è un rischio remoto, concordano funzionari, archeologi e storici. Il primo allarme lo ha lanciato lo stesso direttore dei Beni Culturali Francesco Sisinni. Il giorno dopo la frana di un tratto delle mura rinascimentali di Urbino, per l'ennesima volta ha ricordato i mille monumenti che, nel Paese forse più ricco di resti archeologici, aspettano gli interventi di conservazione necessari a sopravvivere. E in cima all'elenco delle priorità assolute c'era proprio l'anfiteatro Flavio. Al primo, autorevole, grido d'aiuto ne segue ora un altro del soprintendente archeologico della capitale Adriano La Regina, archeologo lui stesso. «Il Colosseo è un monumento in condizioni indecenti. Sudicio, circondato dal traffico, assolutamente trascurato. - afferma senza mezze parole - .Bisogna intervenire con urgenza. Il pericolo che si stacchino pezzi di marmo e frammenti, mettendo a rischio l'incolumità dei visitatori, diventa ogni giorno più forte. E anche peggio». Come dire che, andando avanti così, forse la frana non sarà totale, ma lo sgretolamento è assicurato. Sta proprio messo male, nella descrizione del soprintendente, l'anfiteatro dove, tra un combattimento gladiatorio e l'altro, si organizzavano persino battaglie navali. Le volte che reggono gli archi quando piove si impregnano d'acqua e rendono molte zone inagibili, molte strutture sono chiuse perché pericolanti, le superfici si sfanno, deteriorate dallo smog. L'immagine stessa del monumento, fatto costruire dall'imperatore Flavio Vespasiano e inaugurato nell'80 d.C, rischia di confondersi a causa della sporcizia che attenua le differenze cromatiche. E c'è la parte centrale, i sotterranei dove un tempo si tenevano le belve pronte a esssere lanciate nella lotta, una volta coperti, ora sono tutti scavati. «Mentre andrebbero ricoperti, per rendere di nuovo agibile al pubblico l'arena, pur preservandoli da problemi di luce, di condensa e umidità». Per non parlare del traffico, delle migliaia di auto, pullman e bus che continuano a passsargli intorno. Ormai da decenni. Insomma, senza pretendere di riportarlo ai fasti di quando i marinai di capo Miseno manovravano le velature enormi che proteggevano dal sole gli spettatori, al Colosseo andrebbe almeno concesso di continuare a sopravvivere. Servono 50 miliardi. Ma come trovarli? Lo storico dell'arte Giulio [Carlo Argan è «pienamente solidale» con La Regina e ricorjda, lui che è stato sindaco, colme il problema non riguardi il Comune ma lo Stato, che i solidi spesso li butta via in tanti inutili modi. L'archeologo romano Andrea Carandini, conferma la disperata diagnosi del soprintendente. Allargando il tiro. «Non credo proprio che si esageri, la situazione è veramente drammatica», esordisce, ma a suo parere il rischio non riguarda solo il Colosseo. Crolli si potrebbero benissimo :verificare altrove, a Massenzio come nella Domus Aurea, ila casa di Nerone sul Palatino. :«In serio pericolo - contuinua Carandini - sono tutti i numeirosi monumenti della capitale. Anche i pochi restaurati, come la colonna Antonina. Perché, se non c'è una manutenzione ordinaria, anche gli interventi .straordinari dopo un po' diventano inutili». La Regina cita il progetto per il Colosseo presentato nel 1986, quando, aspettando i miliardi del Fio, non se ne fece niente. Carandini ricorda i restauri cominciati ai tempi della legge Biasini e le speranze deluse dei fondi per «Roma Capitale». «Il consolidamento dell'arco di Settimio Severo è rimasto a metà. Da allora non è successo più niente». Maria Grazia Bruzzone Una immagine del Colosseo, altro monumento in pericolo

Persone citate: Andrea Carandini, Biasini, Carandini, Carlo Argan, Flavio Vespasiano, Francesco Sisinni, Nerone, Settimio Severo

Luoghi citati: Roma, Urbino