«lo ti salverò», ma lui l'ha ammazzata

«lo ti salverò», ma lui l'ha ammazzata Padova, si erano conosciuti mentre l'uomo era in carcere e lei l'aveva sposato per redimerlo «lo ti salverò», ma lui l'ha ammazzata Omicidio in auto davanti ai figli PADOVA. L'aveva sposato per redimerlo. Lei fervente cattolica. Lui in carcere per rapina. «Me l'ha promesso, cambierà vita», aveva detto Antonella Levorato ai familiari alla vigilia delle nozze con Giorgio Turetta. Ma il matrimonio aveva dato l'avvio a undici anni d'inferno, conclusi tragicamente: quel marito voluto contro il parere di tutti l'ha massacrata con dieci coltellate davanti agli occhi atterriti dei due figli seduti sui sedili posteriori di una 500. Si è accanito su di lei dentro l'auto con cui la donna, che aveva 31 anni, era andata a riprendersi i figli nel tardo pomeriggio di domenica. Poi ha fatto scendere i ragazzi, di 11 e 9 anni, e ha cercato di uccidersi con tre coltellate senza riuscirci. Adesso Giorgio Turetta, 32 anni, è ricoverato nel reparto bunker dell'ospedale di Padova, i bambini sono affidati ai nonni materni. Si erano conosciuti per lettera. Lei, che non l'aveva mai visto, aveva cominciato a scrivergli in carcere. Lunghi messaggi pieni di speranza e di fiducia nella possibilità di cambiare. Turetta risponde a quella ragazza di vent'anni che gli fa intravedere lo spiraglio di un'altra vita. Il rapporto epistolare dura per mesi, finché lui esce dal carcere. Si conoscono. Si sposano. Ma le cose non vanno come Antonella vorrebbe. Anzi. La nascita dei due figli aumenta il clima di violenza. I bambini vedono gli abusi del padre sulla madre e vivono le sopraffazioni sulla loro pelle, maltrattati e picchiati. Nemmeno la separazione, dopo otto anni, era servita. Un giorno Turetta aveva raggiunto l'ex moglie in casa dei genitori, le aveva puntato un coltello alla gola e l'aveva costretta a salire in auto con lui. L'aveva portata nell'appartamento che avevano diviso da sposati, lì aveva allestito una macabra messinscena per un duplice suicidio: deliri, minacce, lei terrorizzata che non oppone resistenza, lui che la violenta. E poi intimidazioni, telefonate, appostamenti, lui non mollava, continuava a chiederle di tornare insieme. «Voleva ucciderla: gliel'aveva detto tante volte, ad Antonella, l'aveva ripetuto a me e l'aveva detto perfino ai carabinieri di Sarmeola, dove ogni giorno doveva presentarsi perché era in libertà vigilata», racconta il cognato della vittima. Nella cucina della famiglia Levorato, a Tencarola, il padre Lino, 63 anni, la madre Lucia, 60, e una delle sorelle, Barbara, di 29, assieme al marito. L'immagine di Antonella emerge da frasi smozzicate, da lunghi silenzi. Cattolica praticante da sempre, generosa e ingenua, animata dalla voglia di rendersi utile, fin da giovane, tramite la parrocchia, si era dedicata al volontariato. Dopo la terza media, smessi gli studi, si arrangiava come colf. Un giorno qualcuno le diede il nome di un ragazzo che era in carcere e cercava qualche contatto con il mondo esterno. Quel ragazzo era Giorgio Turetta. Lei cominciò a scrivergli. Andò una sola volta a trovarlo. Poi lui uscì, si frequentarono per qualche tempo e si sposarono. «Per due anni le cose sono andate bene ricorda la madre di Antonella -. Poi lui ha ricominciato la vita di prima, è finito ancora in carcere». «Sono cominciate le violenze: Antonella resisteva per i figli, lei credeva molto nella famiglia, andava sempre a messa, ma non era bigotta», dice la sorella Barbara. «Veniva spesso a trovarci, ma lui non voleva - continua la madre - e lei per non preoccuparmi mi diceva che andava tutto bene. Io vedevo che stava male, che stava sempre peggio». Poi di mezzo ci si è messa anche la droga: un anno fa Giorgio Turetta aveva cominciato con l'eroina, lo spaccio. «Antonella lo supplicava di smettere - dice la sorella -. Lui prometteva, ma niente. Una vita d'inferno, ma lo faceva per i figli e perché aveva paura». L'inferno è finito domenica scorsa. Malia Grazia Raffele Violenze e liti poi la separazione ma l'ex marito ha continuato a perseguitarla fino al delitto a coltellate A destra Giorgio Turetta e Antonella Levorato, accanto i figli Emanuele e Désirée (foto errebm

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