Caso Aversa ombre su una teste di D. M.

Caso Aversa ombre su una teste Al processo Caso Aversa ombre su una teste CATANZARO. Spietati assassini? No, solo «mostri» da sbattere in galera per tacitare lo sdegno della gente civile davanti ali assassinio di mafia del sovrintendente della polizia, Salvatore Aversa, e della moglie, Lucia Precenzano, uccisi insieme a gennaio a Lamezia Terme. E' l'obiettivo dei legali di Giuseppe Bizzardi, 30 anni, e Renato Molinaio, 21 anni. Il processo, ieri mattina, davanti alla corte d'assise di Catanzaro, non è nemmeno cominciato. Le schermaglie sono divampate comunque ed ad alimentarle è stata proprio chi in aula non c'era, Rosetta Cerminara, testimone oculare dell'agguato che disse agli investigatori del pool insediato dal ministro Scotti di avere visto tutto e di essere sicura che ad agire fossero stati Rizzardi e Molinaio. Dubbi sul riconoscimento? No, perché proprio con il più giovane dei presunti killer aveva avuto una relazione. «Siamo stati insieme per nove mesi - ha detto ieri Renato Molinaio - poi l'ho lasciata. Perché? E' strana. Pensi che andava in giro dicendo di essere una poliziotta, una investigatrice». Quindi una teste inattendibile, sostengono a mezza voce gli amici degli imputati, sia perché infuriata per essere stata abbandonata dall'uomo che amava sia perché capace di comportamenti abbastanza strani. Poi in aula qualcuno ha anche parlato di taglie e d1' ricompense per centinaia di milioni. [d. m.]

Persone citate: Giuseppe Bizzardi, Lucia Precenzano, Renato Molinaio, Rizzardi, Rosetta Cerminara, Salvatore Aversa

Luoghi citati: Catanzaro, Lamezia Terme