Serrata al Policlinico, i malati tornano a casa di Fulvio Milone
Serrata al Policlinico, i malati tornano a casa Respinti quaranta pazienti. Mancano i fondi, i responsabili minacciano di bloccare l'attività didattica Serrata al Policlinico, i malati tornano a casa A Napoli è guerra contro la Regione NAPOLI. La «serrata» è scattata ieri mattina, quando una quarantina di napoletani in attesa di essere ricoverati nel Primo Policlinico sono stati rimandati a casa. E' accaduto ciò che si temeva da due settimane: il consiglio di amministrazione dell'università ha deciso di chiudere la porta in faccia ai nuovi degenti per «assoluta mancanza di fondi», limitandosi a garantire l'assistenza ai pazienti già in cura per altre due settimane. Dopo di allora, verrà sancito il blocco di tutte le attività, comprese quelle didattiche. Non basta: con ogni probabilità l'«embargo» sarà decretato dall'inizio di luglio anche dai responsabili del Secondo Policlinico, con il risultato che, se la minaccia si avverasse, il numero complessivo dei posti letto negli ospedali verrebbe ridotto di tremila unità, cioè del venti per cento. La serrata dei policlinici equivale a ima dichiarazione di guerra contro la Regione Campania, che a detta del consiglio di amministrazione nega i finanziamenti necessari per la sopravvivenza delle due strutture sanitarie. «Sono diciotto anni che aspettiamo la stipula di una convenzione, ma non c'è stato nulla da fare», accusano i responsabili delle due facoltà. Come se non bastasse, la Regione avrebbe ridotto all'osso stanziamenti già definiti insufficienti: nel '91 sono stati riconosciuti 165 miliardi dei 350 richiesti, mentre per quest'anno le facoltà di medicina dovrebbero fare assegnamento su 205 miliardi contro i trecento che speravano di ottenere. Tutto ciò, mentre i policlinici registrano un passivo di un centinaio di miliardi. «Evidentemente alla Regione non hanno capito che le nostre strutture universitarie devono essere considerate come ospedali a tutti gli effetti, e devono essere sostenute finanziariamente». Domenico Mancino, preside del Primo Policlinico, è categorico: «Il blocco dei ricoveri è solo l'inizio di una vertenza che siamo stati costretti ad avviare - ha detto -. Vedrete cosa accadrà quando saranno bloccate anche le attività didattiche: questa facoltà sarà come una scatola vuota, senza studenti né docenti». Non tutti, però, sono d'accordo con il professore Mancino. Il primo a far sentire la sua voce è stato il direttore sanitario, Antonio Grella: «Per quanto mi ri¬ guarda - ha annunciato - farò di tutto per tenere aperti almeno gli istituti di oncologia medica e pediatria e i centri per la dialisi e per i trapianti». Anche i sindacati e i settecento medici precari si oppongono alla serrata del Primo Policlinico: «La chiusura è un atto impensabile e vergognoso, abbianmo già chiesto un incontro con il prefetto per trovare al più presto una soluzione», dicono, e per sottolineare il loro dissenso hanno fatto affiggere decine di manifesti sui muri della città. La sorte incerta dei policlinici napoletani è anche oggetto di un'interpellanza al presidente del consiglio e al ministro della sanità. Nel documento, quattro parlamentari affermano che «i policlinici universitari a gestione diretta devono essere equiparati a tutti gli effetti agli ospedali regionali, e quindi ad essi spettano precise quote del fondo sanitario nazionale». Pagherà la Regione per scongiurare la serrata? Il presidente della giunta, Ferdinando Clemente di San Luca, ha convoca- to una riunione per domani. Al vertice parteciperanno gli assessori al bilancio e alla sanità, Ernesto Mazzoni e Giovanni Clemente, il rettore dell'Università di Napoli Carlo Cilober- to e i presidi dei due policlinici, Mancino e Salvatore. Martedì il rettore Ciliberto si recherà a Roma per partecipare ad un'altra riunione con i ministri della Sanità e per la Ricerca scientifica. L'obiettivo è di trovare un accordo che consenta ai policlinici di superare una clamorosa bancarotta. Fulvio Milone Ma i 700 medici si ribellano «Atto vergognoso bloccare i ricoveri» Di fianco il ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo. Nella foto grande il Policlinico di Napoli
Persone citate: Antonio Grella, Ciliberto, Domenico Mancino, Ernesto Mazzoni, Ferdinando Clemente, Francesco De Lorenzo, Giovanni Clemente, Mancino
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