Un partito per la Germania dei poveri di Emanuele Novazio

Un partito per la Germania dei poveri All'Est destra e sinistra preparano insieme una nuova formazione politica, Gùnter Grass fra i sostenitori Un partito per la Germania dei poveri «L'Ovest ci sfrutta, quando c'era il Muro eravamo meno divisi» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Fra i sostenitori blasonati avrà anche Giinter Grass, insieme ad altri nomi illustri della cultura (il commediografo Rolf Hochhuth, l'ex rettore della Università Humbold di Berlino Heiner Fink), dell'economia, della politica (l'ex primo ministro della Ddr Lothar de Maiziere, democristiano, il presidente del Brandeburgo Manfred Stolpe, socialdemocratico, il popolarissimo presidente della Sassonia Biedenkopf, democristiano). Se davvero «comincerà a nascere» in autunno, come molti temono a Bonn, il «Partito dei tedeschi dell'Est» sarà pronto a dar battaglia per le elezioni generali del '94: con gran rammarico del Cancelliere Kohl e della Cdu, alla quale soprattutto il partito orientale sottrarrebbe voti, secondo stime unanimi. L'iniziativa - «in uno stadio di maturazione avanzata» - è «trasversale»; l'ipotesi di un partito orientale raccoglie consensi un po' dovunque, all'Est, ma la sua anima è nelle due facce del populismo orientale: Peter-Michael Diestel - fondatore nel '90 del partito ultraconservatore Dsu, ultimo ministro degli Interni della Ddr ed ex capogruppo democristiano nel Brandeburgo insieme a Gregor Gysi, ex comunista della Sed di Honecker e oggi leader del Pds, il partito della sinistra democratica. Uniti dal desiderio di «rafforzare la difesa degli interessi comuni dei tedeschi dell'Est, che i partiti tradizionali hanno difficoltà a rappresentare». Il terreno è fertile, almeno per una dimostrazione di forza, per un segnale e una minaccia. E sono in tanti già a temere questo «nemico al di là dell'Elba» non ancora nato, a chiedere di «affondare l'U-Boot Diestel». Dalle elezioni del '90 - che segnarono il trionfo della Cdu, ma che più in generale affidarono la salvezza delle regioni dell'Est ai politici dell'Ovest - il clima è radicalmente cambiato. La base dei grandi partiti si è fortemente ristretta: perché la gente, come ha scritto la «Welt», cerca «un uomo forte nelle proprie file»; perché la classe politica dell'Ovest, come ha notato lo «Spiegel», «non appare più una garanzia di libertà e benessere, ma un nuovo conquistatore e sfruttatore». Un segnale eloquente del malessere che corre all'Est sono state le recenti elezioni amministrative a Berlino: nei quartieri orientali della città la Cdu ha ottenuto soltanto il 14 per cento, mentre i partiti originari dell'Est, il Pds e «Alleanza 90», insieme hanno superato il 42 per cento. Il richiamo di un «partito orientale» è dunque forte, perché il suo appello è esplici¬ to: «L'ospizio dei poveri deve poter difendere il suo punto di vista contro i quartieri alti», ha sintetizzato Diestel, l'ex Ddr deve trovare il coraggio e i mezzi per affrancarsi dal ricco Occidente e prosperare. All'Est, il sentimento di essere sfruttati si diffonde: a Bonn, la leadership democristiana non esclude che esplodano rivolte popolari, il prossimo inverno. Un «importante esponente» della Cdu ha confessato allo «Spiegel» i suoi timori: «Abbiamo molto sottovalutato il potenziale di conflittualità che si sta creando all'Est. La divisione della Germania è più profonda oggi che prima dell'unificazione». Nel frattempo, dopo che il Cancelliere ha respinto la loro richiesta di un ministero per l'Est, i 63 deputati della Cdu si sono uniti in un gruppo separato. Come una prova generale. Emanuele Novazio

Persone citate: Boot, Giinter Grass, Grass, Gregor Gysi, Heiner Fink, Honecker, Lothar De Maiziere, Manfred Stolpe, Rolf Hochhuth