«A Roma tutti pagavano»

«A Roma tutti pagavano» «A Roma tutti pagavano» //presidente dei commercianti lancia accuse ai collaboratori ROMA. Un lungo confronto, interrotto per il pranzo e per concedere una «pausa di riflessione». Così sono preseguite le indagini riguardanti l'inchiesta che fa seguito all'arresto dell'ex amministratore provinciale, Lamberto Mancini, psdi, finito in carcere per tangenti ed espulso dal suo partito. Il confronto ha riguardato l'attuale presidente della Confcommercio, Pietro Morelli, il suo predecessore, Paolo Trani e il vicepresidente Giorgio Bodoni. I tre, tutti in qualità di testimoni, sono stati posti «faccia a faccia» nell'ufficio del sostituto procuratore della Repubblica Cesare Martellino. Si è trattato di un confronto aspro nel corso del quale Morelli (il «moralizzatore» di Ostia, per le precedenti denunce contro la corruzione), ha continuato a sostenere di aver saputo dallo stesso Mancini che in precedenza il versamento di una tangente rappresentava una routine, o meglio «un impegno da mantenere». Dal canto loro Trani e Bodoni hanno negato che Mancini avesse fatto loro pressioni o richieste di denaro sotto forma di tangenti. Ma Morelli ha continuato a mantenere la tesi accusatoria, lasciando intendere che Mancini in passato, quando la Confcommercio non era da lui presieduta, avrebbe chiesto ed ottenuto tangenti. «Qualcuno sta sbagliando - ha detto -, mi auguro che l'opinione pubblica sappia la verità al più presto». Giorgio Bodoni si è invece limitato a sostenere che «il magistrato vuole la verità sui fatti». Trani ha sostenuto che all'interno della Confcommercio non «c'è alcuna faida. Ciascuno - ha proseguito - sta contribuendo per tutto ciò che ricorda e sa». Questi i commenti che i tre personaggi hanno rilasciato durante la pausa di pranzo. (Agi]

Luoghi citati: Roma, Trani