Sono mamma di una «Bellissima »

Sono mamma di una «Bellissima » Più esperte e aggressive le madri dei piccoli divi, ma anche i padri non scherzano Sono mamma di una «Bellissima » Dal celebre film con Anna Magnani alla carriera della signora Shields mai sanno a cosa vanno incontro e di cosa si tratta». Inoltre, anche i bambini sono sottoposti alla moda: «Per la pubblicità sono richiesti bambini belli e biondi; per il cinema, invece, sono privilegiati quelli con caratteri forti, precisi. Tutti devono essere spigliati, motivati, disinvolti». E anche se i nomi nuovi, Giuseppe Ieracitano e Valentina Scalici, vengono dalla strada, come ai tempi del neorealismo, gli altri, a 10 anni, hanno già un «passato» fatto di spot, piccole partecipazioni, comparsate. Florens Fanciulli, quando venne scelta da Sepe per interpretare la sordomuta in «Anna dei Miracoli» accanto alla Melato, a soli 11 anni aveva al suo attivo tre anni di scuola di recitazione e quattro film. Da un anno e mezzo la seguiva con tenerezza materna la sorella Fabiana che, per lei, aveva dovuto interrompere gli studi. Un agente, insieme ai genitori, vagliava le proposte cinematografiche e teatrali ma era lei, la piccola Florens, ad avere l'ultima parola e a decidere delle sue scelte: «Finita la tournée teatrale ho dato gli esami per la seconda media, poi ho subito attaccato a girare un film: perché una non può fare sempre e solo teatro, altrimenti si fossilizza. Se invece alterna teatro e cinema, riesce più facilmente a conciliare entrambi». Ma non tutti si lasciano irretire dal fascino di questo mondo incantato. Anche Matteo Rolfo aveva 11 anni quando venne scelto da Ronconi per «Strano Interludio». «Fu lui - racconta il padre - a voler partecipare al provino: cosa che non ostacolai, perché anch'io ho, da sempre, il pallino del teatro. Allora Matteo era in seconda media e poteva permetterselo. Quando recitavano a Torino, dormiva cinque ore per notte, ma ogni mattina andava a scuola: in tournée, lo ha sempre seguito mia moglie. Ma adesso, che è in prima superiore, ha chiuso, dicendo che preferisce studiare. E' un ragazzino molto realista e ha preso questa decisione senza rimpianti: il contatto diretto con la gente di teatro lo ha un po' deluso. Non condivide il loro tipo di vita, così avulso dalla realtà, gente che recita di notte e passa le giornate a dormire, senza stimoli o curiosità culturali». Quanto guadagna, un bambino? Dalle 250 nula lire sino al milione al giorno, per la pubblicità. Molto meno per televisione, cinema, teatro, dove però de- vono essergli rimborsate le spese degli accompagnatori. Ma i genitori non cercano tanto i soldi, quanto l'immagine: quello che li ripaga dalle lunghe attese in anticamera, le angosce, gli sgomitamenti è il fatto di vedere il piccolo tesoro che compare anche soltanto in un' inquadratura, sorridendo, coi dentoni da latte. Inimitabile e, naturalmente, Bellissima. Donata Già neri I guadagni sono in secondo piano Ciò che conta è comparire Anna Magnani in «Bellissima» Nella foto piccola l'attrice Brooke Shields Dov'è finita la madre della diva, argomento di tutta una letteratura e soggetto di un film famoso con Anna Magnani, «Bellissima» di Visconti? Sopravvive imperterrita e imperturbabile anche se adeguata ai giorni nostri: che la vogliono giovane, agguerrita, professionale. Basti pensare all'ormai leggendaria Terry, mamma di Brooke Shields, che è riuscita a trasformare la figlia in un tipico prodotto della cultura rea ganiana, moralistica e prude. Brooke non beve, non fuma, mangia solo verdura, yogurt, pesce, fa molto spoit, va a letto presto e a messa tutte le domeniche. A 28 anni è ancora vergine, e la signora Terry non manca mai di sottolinearlo. Un altro mutamento nel cliché è che oggi non esiste soltanto la madre della diva, ma il padre, la nonna, la zia della diva. Secondo il regista Sergio Ariotti, che spesso si è trovato a dover scegliere bambini per televisioni e pubblicità, seguire le reazioni dei genitori indica la modificazione dei costumi. «Ci sono madri espertissime che fingono di disinteressarsi della cosa con l'atteggiamento "io non voglio condizionare, per carità, è una scelta tutta sua"; quindi, la tipologia classica, molto apprensiva, sempre a dire "beh, oggi non è tanto preparata ma sta seguendo un corso di dizione", oppure "è un po' giù di faccia ma ha passato la notte in bianco". Anche se la cosa più allucinante sono i genitori presenti mentre stai girando che intervengono continuamente per dare consigli al ragazzino, "non devi fare questo, ma quest'altro". E si tratta quasi sempre di padri, in cui scatta spesso la molla dell'attore mancato». Dice Enza Giovine che dirige la Scuola di recitazione del Teatro Nuovo: «Da noi, sono molto diffuse le nonne, che accompagnano i più piccoli e li aspettano durante il corso, facendo la calza. Mentre i padri, spesso, si mostrano più insistenti delle madri, e impongono, chiedono, protestano perché abbiamo affidato alla figlia una parte troppo breve o poco importante. A ciò si aggiunga il fatto che parecchi ragazzi seguono i corsi di recitazione senza particolare entusiasmo, solo perché spinti da madri che credono di realizzare, in loro, i vecchi sogni frustrati». Proprio come un tempo, quindi. Anche se, diversamente da un tempo, sono molti i ragazzini che nutrono personalmente aspirazioni divistiche: bambini privi di timidezza e pudori, picoli robot che davanti alle telecamere si tramutano in mini-attori consumati e molto professionali. Racconta Lidia Trapani responsabile del casting di uno studio romano, cioè della scelta di attori e attrici da 0 anni in su: «Bambini e genitori sono, oggi, preparatissimi. E' sempre più (ufficile trovare bambini piangenti e genitori insistenti. Il cinema e la televisione non hanno più il fascino dell'irraggiungibile, non sono più la parola magica che di colpo risolve ogni problema. Tutti or¬

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