GRP, dieci anni da collezionare

GRP, dieci anni da collezionare GRP, dieci anni da collezionare ESTEGGIA i dieci anni di attività la Grp, etichetta americana. Fondata da Larry Rosen, produttoreingegnere del suono-batterista, e da Dave Grusin, pianista-artista polivalente, la Grp ha subito scelto libertà e bellezza (qualità e tecnologie). E' stata così tra le prime mosche bianche della discografia che ha operato al di là delle rigide regole del mercato. Anzi spesso ha sfruttato pieghe ed errori altrui, assumendosi il compito di scoprire nuovi talenti, di recuperare artisti accantonati dalle grandi industrie della musica. I risultati non sono mancati fin dall'inizio. In fondo basta elencare i frutti di questa politica, gioielli che firmano i dischi del catalogo Grp: Chick Corea, Diane Schuur, John Patitucci, Arturo Sandoval, Patti Austin, i Rippingtons, gli Acoustic Alchemy, i Yellow Jackets, Kenny Kirkland, Dave Weckl. Per festeggiare il decennale, che cade in questo giugno, la Grp propone due dischi da collezionare. Il primo è una sorta di catalogo sonoro compilato con quattordici brani tratti da altrettanti recenti dischi di autori di casa: «Grp. The sounds of '92» (1 Cd). Nella raccolta si succedono gli stimolanti suoni del tecno-jazz di Nelson Rangell in «Boomtown», i vocalismi ritmati dei Yellow Jackets nella delicata «The dream», le seducenti formule bluesy e classicheggianti degli Spyro Gyra in «Nothing to lose», il collage variopinto di effetti speciali elettronici degli Special Efx in «Daybreak», il profumo di Ande e festa creato dagli Acoustic Alchemy per «Santiago», la calda e sensuale voce di Diane Schuur, gli squilli assorti del trombettista cubano Arturo Sandoval in «Daahoud». Un'antologia di stimoli musicali per palati desiderosi di nuovi gusti e sapori, di armonie e non solo di virtuosismi. Il brano d'apertura del primo disco è anche un assaggio del secondo album di compleanno: «Sister Sadie» della Grp Ali Star Big Band. Dagli Anni 20 agli Anni 50, la scena jazz è stata dominata dalle grandi orchestre, dalle Big Band di Ellington, Goodman, Basic, Miller tanto per citarne alcune. L'idea è rinata nel Parco della libertà fondato dalla Grp. Ecco allora riuniti Dave Grusin, Lee Ritenour, Tom Scott, David Benoit, Gary Burton, Edelie Daniels, Alex Acuna, John Patitucci, Bob Mintzer, Arturo Sandoval, Dave Weckl e altri. Venti campioni dalle diverse estrazioni culturali per inventare un suono attuale e senza confini culturali. «Grp Ali Star Big Band» (1 Cd) allinea 12 brani con la griffe: da «Airegin» di Sonny Rollins a «Blue train» di John Coltrane, da «Maiden voyage» di Herbie Handcock a «Manteca» di Dizzy Gillespie, da «Round midnight» a «Spain» di Chick Corea. Un omaggio a grandi autori eseguito con uno stile di grande sensibilità, maestria e «per il cuore». Dopo un compleanno ecco un battesimo. E' la Polydor Italia che annuncia la nascita di «Changes», nuova collana che parte dallo spirito jazz per accogliere nel suo catalogo artisti il cui obiettivo è un linguaggio musicale più largo possibile. Una dischiarazione d'intenti talmente vasta che può sembrare pretenziosa, oltre che problematica. Meglio ascoltare. Prima pubblicazione è «Mystic jazz» (1 Cd) di Paolo Rustichelli, figlio d'arte in quanto erede di Carlo, autore di colonne sonore e tre volte arrivato alle nomination per l'Oscar. Funky, pop-jazz, echi messicani, romanticismo mediterraneo, blues si alternano nei dieci brani presentati. Accanto all'autore si alterna un gruppo eccellente di solisti: il sax di Wayne Shorter in «Femmes», il piano di Herbie Hancock per «Bold man», la tromba di Miles Davis per «Capri», la chitarra di Carlos Santana per «Full moon» (inserito dallo stesso Santana in un suo disco), la chitarra di Andy Summers per «El topo». Più geniale ed insolito è «The crocodile smìle» (1 Cd) di Marc Beacco. Francese di origini italiane, dopo un lungo periodo da chitarrista, Beacco si concentra su un suo progetto di polifonia vocale. «The crocodile smile» è il primo risultato di questo progetto: una miscela vocale che comprende una media di 40 sovraincisioni tutte eseguite dallo stesso Marc. Il risultato è strepitoso, affascinante, altalenante tra jazz e musica etnica. Ulteriori tocchi preziosi sono forniti da Toots Thielemans («A dirty dance with Jaco») e Martial Solai («Slow train to Chihuahua»). Stupefacente è poi l'effetto nel brano d'apertura «The crocodile smile» dove la chitaiTa di Mike Stern gioca elegantemente con gli impasti blues. Di pari fascino è «Tokotto ko barillo» dove atmosfere africane esaltano la batteria di Manu Katchè. Finora è il disco più originale dell'anno. Alessandro Rosa *» I