Una scomunica per Kohl di Emanuele Novazio

Una scomunica per Kohl GERMANIA Il cardinale di Colonia: il suo partito indegno del nome cristiano Una scomunica per Kohl L'aspro attacco per la posizione moderata tenuta sulproblema dell'aborto il prelato ipotizza anche la formazione di Un secondo movimento cattolico BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Troppo deboli e perfino conniventi con chi vuol riformare la legge sull'aborto in senso liberale, i democristiani del cancelliere Kohl non sono più degni del nome. Devono chiamarsi «Unione democratica», non più «Unione cristiano-democratica». Devono togliere la C dalle insegne del partito: la «CDU» deve diventare «DU», fa sapere la gerarchia cattolica tedesca, che esorta gli elettori cristiani a considerare perfino «l'eventuale fondazione» di un nuovo partito, più sensibile all'insegnamento della Chiesa. Una provocazione, secondo molti ambienti del partito, ed è subito bufera. «La richiesta del cardinale di Colonia Joachim Meisner è stata accolta da molti parlamentari e iscritti con grande sorpresa», ha replicato ieri in una lettera aperta alla «Welt am Sonntag» uno dei leader democristiani al Bundestag, Juergen Ruettgers, che ha sottolineato, non senza enfasi, i «dif¬ ferenti mandati della Chiesa e della politica». Anche il segretario generale del partito, il pastore evangelico Peter Hintze, ha deplorato le dichiarazioni dell'arcivescovo. C'è una sola spiegazione alle sue affermazioni, ha precisato: «Meisner non ha seguito con sufficiente attenzione il dibattito lungo, intenso e di straordinaria serietà che sull'aborto si è sviluppato all'interno della CDU». Il partito di Helmut Kohl in effetti non ha sposato le tesi dell'opposizione socialdemocratica; ma un gruppo di parlamentari democristiani ha disubbidito e ha annunciato che al momento del voto in Parlamento appoggerà la riforma liberale della legge, necessaria per unificare la normativa in vigore all'Est - dove l'interruzione della gravidanza è libera fino alla dodicesima settimana - e all'Ovest, dove abortire è vietato con pochissime eccezioni. La Chiesa vorrebbe che l'uniformità legislativa fosse raggiunta «in senso occidentale»: che l'aborto in sostanza fosse vietato in tutta la Germania unita. La riforma prevista dalla Spd, dai liberali e da un gruppo di democristiani, decisivo ai fini dell'approvazione della legge, amplia invece le possibilità di intervento entro la dodicesima settimana: e la principale responsabile della decisione è la donna, pur con l'obbligo di consultare un medico. La prima reazione della gerarchia cattolica era stata furiosa: il vescovo di Fulda, Johannes Dyba, ha paragonato la nuova legge al programma nazista di eutanasia. Più misurate, le parole dell'arcivescovo di Colonia sono comunque una condanna che solleva più d'un quesito: «In questo fondamentale problema cristiano, dove non sono in questione sfumature ma si discute letteralmente di vita e di morte», dice monsignor Meisner, i democristiani «danno prova di volersi adeguare allo spirito dei tempi». Cosa risponderà il Cancelliere? Emanuele Novazio

Persone citate: Helmut Kohl, Joachim Meisner, Johannes Dyba, Juergen Ruettgers, Kohl, Meisner, Peter Hintze, Sonntag

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