Noi, nipoti di De Gasperi e Sturzo cacceremo dalla dc i padri snaturati

Noi, nipoti di De Gasperi e Sturzo cacceremo dalla dc i padri snaturati Gianni Rivera: al Paese serve uri governo tipo Cln con tutti coloro che vogliono il nuovo Noi, nipoti di De Gasperi e Sturzo cacceremo dalla dc i padri snaturati INTERVISTA LA BATTAGLIA PER CAMBIARE ROMA 01, i nipoti della de, vogliamo interdire i nostri genitori, perché non sono più in grado di guidare la famiglia. I nonni erano meglio dei padri e io mi sento molto più legato a loro». Al telefono dalla sua casa milanese di corso Venezia, il nipotino eretico Gianni Rivera ritorce la scomunica sui «padri snaturati» dello scudocrociato. «Eretico io? - chiede con quella voce garbata con cui da trent'anni dice le cose più scomode -. Se per eresia si intende non rispettare determinati valori ideali, gli eretici sono loro, gli altri. Il mio partito resta la de». La de che c'è o quella che lei e Mario Segni avete minacciato di fondare altrove? La mia era soltanto una provocazione. E' questa la de che io voglio rifondare. Se poi l'impresa risultasse impossibileMa i padri sono tutti da buttare? Beh, proprio tutti no. Martinazzoli, ad esempio, può essere il trait-d'union fra il vecchio e il nuovo. Non siamo sfascisti. Il cambiamento ha bisogno di una fase intermedia. De Mita è recuperabile? Esprime grandi idee, ma poi non le mette mai in pratica. Se è capace di uscire dal vecchio, allora ne esca. Ma prima di pensare alla riforma dello Stato, bisogna imparare a guardare in casa propria. I nonni lo facevano? Certo, e forse è per questo che li hanno fatti fuori. Penso a Don Sturzo, che quando propose una legge per rendere più democratici i partiti, fu messo da parte. II suo avo preferito resta però De Gasperi. Se vivesse oggi, De Gasperi non sarebbe il segretario di questa De. Ma potrebbe diventare quello della prossima. E Andreotti cos'è: un padre o un nonno? Andreotti è il più furbo di tutti e lo ha dimostrato restando lì per quarant'anni. Lui ha capito benissimo che il sistema è decrepito, ma ormai non riesce più a svincolarsi. Gli altri padri, invece, non si pongono proprio il problema: per loro non è successo né succederà nulla. E continuano a farsi guidare dalla logica degli affari. Lei sembra ancora capace di stupirsi. Ma sei anni fa, quando mise piede in Parlamento, era forse convinto di entrare in una confraternita di idealisti? Non avevo un'idea precisa. Cer- to, me lo immaginavo come un ambiente di persone che si mettono al servizio della comunità. Poi, strada facendo, ho aperto gli occhi... E cos'ha visto? Cinque anni perduti. Gente vecchia che parlava di riforme, ma non voleva farle, perché avrebbe prima dovuto riformare se stessa. Altri che a parole volevano il nuovo ma poi, vista l'impossibilità di ottenerlo, si adeguavano volentieri... E voi referendari siete rimasti soli... Sbardella dice che non contate un tubo. Normale che lo dica chi è abituato a ragionare solo in termini di tessere. Ma gli iscritti veri, non quelli fasulli che consentono a qualcuno di comandare, tifano per chi vuole cambiare il partito. Parlo della gente che organizza le feste dell'Amicizia, di quei volontari che si impegnano in politica, dedicandovi tempo e denaro. Dentro la de vi accusano di essere di destra. Dicono il falso, sapendo di dirlo. Non mi risulta che i milioni di italiani che un anno fa votarono per il nostro referendum fossero tutti miliardari. Altri, al contrario, vi incolpano di flirtare con il pds. C'è una gran confusione. La trasversalità deve funzionare ades- so, e soltanto per le riforme. Poi, ottenuta la legge maggioritaria, ognuna andrà per la sua strada: la nuova de da una parte, il pds dall'altra con il psi. Gli uni al governo, gli altri all'opposizione. Così, dopo 50 anni di partito unico, avremo finalmente un'opposizione. E Craxi in quale dei due blocchi lo colloca? Craxi ha sempre parlato di socialismo, anche se i suoi metodi, magari, non erano tanto socialisti... Forse, se in futuro avrà meno spazio, il psi farà i cambiamenti necessari. Intanto, però, il maggioritario non c'è ancora. Per questo serve un'unione di tutti coloro che vogliono il nuovo, a prescindere dalle loro idee sull'economia e sul resto. Una sorta di Chi. I nostri nonni lo fecero. Ma il nuovo Cln ha la maggioranza in Parlamento? Questo Parlamento è molto più libero di quel che si immagina. Se il prossimo presidente del Consiglio si presenterà alle Camere chiedendo la fiducia ai singoli deputati, credo che la otterrà. Naturalmente deve essere un presidente svincolato dalle segreterie dei partiti e munito di un programma di riforme. Speriamo che Scalfaro abbia la forza personale di scegliere un personaggio del genere. Del resto non ci sono alternative: il vecchio sistema non sta più in piedi perché chi lo ha creato non è più in grado di farlo sopravvivere. Li vuol mandare tutti a casa? I fatti di Milano fanno intuire quel che accadrebbe anche altrove, se si potesse agire con la stessa libertà. Ci vorrà una sanatoria, un condono: ma con l'impegno che chi ha sbagliato resti fuori per sempre dalla politica. Bisogna diminuire i partiti e le loro segreterie, organismi giganteschi che ormai non hanno più significato. Se non lo farà il Parlamento, lo farà il referendum. Ma io spero ancora che lo faccia il Parlamento. Ma in politica lei si sente un Rivera o piuttosto un Lodetti, il suo prezioso gregario milanista? Resto sempre Rivera, non mi posso cambiare. Anche se spesso faccio il Lodetti: ho firmato decine di appelli per candidare Martinazzoli alla presidenza di tutto: Quirinale, Palazzo Chigi, piazza del Gesù. E sui referendum ho riconosciuto la leadership di Segni. Cerco sempre di portare la palla verso gli uomini in cui credo. Ma quando vedo che si fermano, allora gli dò una spinta io... Massimo Gramellini «De Mita? Solo grandi idee Andreotti? Il più furbo di tutti Martinazzoli potrebbe essere il ponte fra vecchio e nuovo» Gianni Rivera con la moglie allo stadio Alcide De Gasperi A sinistra: Martinazzoli Giulio Andreotti

Luoghi citati: Milano, Roma