«Gladio Rossa? Mai sentita nominare» di Andrea Di Robilant

«Gladio Rossa? Mai sentita nominare» La vecchia dirigenza pei smentisce le informazioni che arrivano dagli archivi di Mosca «Gladio Rossa? Mai sentita nominare» 'Macaluso: era assurdo combattere la destra con le armi ROMA. Una Gladio rossa negli Anni Settanta? «Non so nulla di nulla», assicura il senatore Emanuele Macaluso, che in quegli anni era un giovane dirigente di spicco del partito comunista. «Ho riflettuto su quei giorni, ho ricostruito le vicende di allora. Ma non ricordo di aver mai avuto il minimo sentore di un'ipotesi del genere, nemmeno lontanamente». Le informazioni che giungono dagli archivi di Mosca sulle richieste del pei al partito fratello nel 1974 sono sempre più circostanziate, ma la dirigenza del vecchio pei insiste che non sapeva niente di eventuali preparativi per la creazione di una struttura paramilitare segreta. In questi giorni Macaluso ha cercato altri dirigenti del pei per sapere se loro ne sapevano qualcosa. «Ho parlato con Bufalini, con Chiaromonte, con Napolitano, tutte persone che in quegli anni avevano incarichi di responsabilità nel partito. Ma nessuno di loro ricorda una cosa del genere». Per Macaluso le informazioni che arrivano da Mosca - le richieste di addestramento in radio-comunicazione, i passaporti falsi, le ricetrasmittenti, le tecniche di travestimento - «farebbero effettivamente pensare ad attività paramilitari». E aggiunge: «Noi eravamo assolutamente contrari all'ipotesi di replicare ad un'avanzata della destra con strutture paramilitari. E proprio in quegli anni criticammo duramente Feltrinelli, che invece si era messo su quella strada». Per la verità l'ipotesi più diffusa è che nel caso di una svolta autoritaria la Gladio rossa, se davvero esistette, non doveva servire ad organizzare una vera e propria resistenza ma piuttosto a facilitare l'espatrio clandestino di dirigenti del pei. Ma Macaluso non crede neppure all'ipotesi dell'espatrio. «C'erano stati allarmi anche in passato nel 1948 per esempio e di nuovo nel 1964 all'epoca della Rosa dei venti. E noi avevamo sempre risposto con una maggiore vigilanza, una ricerca di unità con altre forze politiche, un'attenzione più grande alla situazione interna. Mai con un progetto d'espatrio». Eppure alcuni sostengono che dopo il golpe di Pinochet in Cile nel 1973 nel partito comunista si diffuse il timore che una svolta autoritaria potesse avvenire anche in Italia, costringendo il partito ad entrare nella clandestinità. E le richieste di addestramento e di materiale tecnico fatte pervenire al pcus nel 1974 sarebbero da collegare a quei timori. A favore della tesi «cilena» si è schierato in questi giorni anche Leonid Popov, l'uomo che fino a un anno fa era responsabile de¬ gli affari italiani nella sezione esteri del Comitato centrale del pcus e che fu primo segretario all'ambasciata di Roma dal 1975 al 1983. Macaluso contesta l'interpretazione. Nel 1974 - insiste - non c'era alcuna «sindrome cilena» tra i comunisti italiani. «Al contrario, si apriva una situazione politica nuova. Il 1974 fu l'anno della vittoria del referendum per il divorzio e nelle elezioni dell'anno successivo il pei avrebbe sfiorato il 34 per cento. «L'ipotesi di una svolta autoritaria era assolutamente remota. I timori maggiori li avevamo avuti semmai nel 1971-72, con l'avanzata missina e le rivolte a Reggio Calabria». Allora come si spiega questa pioggia di rivelazioni? «Una mistificazione. Non riesco a dare un'altra spiegazione. Una mistificazione probabilmente dovuta alla dura lotta all'interno del vecchio pcus». E se la Gladio rossa fosse semplicemente sfuggita al controllo della dirigenza del pei? Lo stesso Popov, in un'intervista all'Indipendente, ritiene «verosimile» che solo alcuni vecchi dirigenti ne fossero al corrente. Macaluso non lo esclude: «Se qualcuno ha agito in questo senso lo ha fatto al di fuori di ogni regola e soprattutto al di fuori di ogni logica del partito». Andrea di Robilant 'M li senatore Macaluso: ho parlato con Bufalini, Chiaromonte, Napolitano, ma nessuno di loro ricorda una cosa del genere

Luoghi citati: Chiaromonte, Cile, Italia, Mosca, Reggio Calabria, Roma