Voeller operato domani di Bruno Bernardi

Voeller operato domani Voeller operato domani 77 bomber tedesco fermo 3 mesi E intanto Thern caricala Svezia STOCCOLMA DAL NOSTRO INVIATO Drammi e storie a lieto fine nella legione straniera «italiana» in questo Europeo. C'è chi è già out' come Voeller a causa di una frattura. Oppure come Klinsmann, che teme una rottura delle trattative per il passaggio al Real il cui interesse per lui sembra essersi raffreddato. E infine come Aleinikov, senza contratto e con lo spettro della disoccupazione. Diciamo di Voeller, innanzitutto. Il centravanti è uscito di scena. Durante Csi-Germania si è buttato su un pallone lanciatogli da Brehme. «Kuznetsov era dietro di me - spiega Rudolf -, ho cercato di proteggermi con il braccio sinistro, poi ho sbattuto contro l'anca del russo e ho sentito il rumore dell'osso che si rompe. Kuznetsov non ha colpe. Questo alt mi addolora. Non mi resta che salutare i compagni di squadra». Voeller è partito per Francoforte, dove sarà operato domani: riduzione della frattura all'avambraccio sinistro. Si parla di uno stop di 3 mesi circa. Aleinikov, dal canto suo, trema all'idea di tornare a Minsk. «Anche la mia famiglia desidera tanto restare in Italia», implora. Nessuna offerta concreta. Il Lecce ha altri programmi e Aleinikov lascerà la Puglia. Domani a Goeteborg vuol giocare a tutti i costi contro l'Olanda. Dice: «Con la Germania sono andato per precauzione in panchina, sarò pronto per i tulipani: siamo anche senza Shalimov, non posso tirarmi indietro e questa è la grande occasione per dimostrare che posso essere ancora utile ad un club italiano». Dalla gloria di Torino, in Coppa Italia e Uefa, all'onta della retrocessione in B. Molte contraddizioni, ma comunque stagioni da favola. E ora sa che la Svezia può essere il capolinea: non s'arrende e cerca di chiudere questa avventura con la Csi da protagonista. Anche Bishovets, et di una Nazionale dal nome provvisorio, senza un inno ufficiale e con un av¬ venire povero di certezze, cerca un ingaggio e chiede raccomandazioni ai giornalisti italiani. Abbiamo lasciato Norrkoeping portandoci appresso la figura triste e un po' patetica di Aleinikov e quella spavalda di Effenberg che Rummenigge, vicepresidente del Bayern Monaco, ha ceduto alla Fiorentina per ragioni economiche e per la lingua lunga del gigante biondo. Effenberg non perde l'occasione per fare lo spaccone: «Meritavamo di vincere con la Csi e siamo ancora in grado di conquistare il titolo anche se uno come Matthaeus ci avrebbe fatto comodo e se la perdita di Voeller è importante. La Fiorentina può stare tranquilla, con me compirà un salto di qualità». Stando alla prima partita con la Csi, Effenberg, a parte la sua potenza fisica, non ha dimostrato granché sul piano tecnico, avventandosi come un carro armato senza... guida. Qualcosina in più, nella gara inaugurale con la Francia, l'aveva fatta notare Thern, centrocampista centrale della Svezia, destinato a diventare un personaggio da copertina del nostro campionato. E' un atleta poderoso, un punto di riferimento per i compagni. A Napoli sono convinti d'aver acquistato un campione. Lui si schermisce: «Non sono il nuovo Maradona, ma un tipo deciso, duro». In Portogallo si era specializzato nei calci di punizione. Per Eriksson, che voleva portarlo con sé alla Sampdoria, ha un solo difetto: «Sui colpi di testa rischia di rimediare figuracce». Stasera, al Rasunda Stadion di Stoccolma, il neonapoletano è chiamato ad una verifica nel derby vichingo con la Danimarca. I padroni di casa debbono vincere. «La tradizione è con noi, ci bastano 3 punti per passare il turno», dice Thern. A Napoli vuole sfondare: «A settembre, laggiù nascerà mio figlio, sarà il primo successo italiano». Bruno Bernardi