Cocaina e look di successo dal coiffeur delle «stelle »

Cocaina e look di successo dal coiffeur delle «stelle » Roma, finisce in carcere il titolare del salone di estetica frequentato da dive e donne in carriera Cocaina e look di successo dal coiffeur delle «stelle » ROMA DALLA REDAZIONE E' finito nei guai il parrucchiere delle dive. Una storia di droga che va avanti dalla fine dell'anno scorso e che, solo qualche settimana fa, suscitò parecchio clamore con l'arresto della cantante Patty Pravo. I cancelli del carcere, questa volta, si sono aperti per Marcello Casoni, 50 anni, famoso per aver curato il look di molte attrici, cantanti ed esponenti della cosiddetta «Roma bene». Casoni è titolare di un avviatissimo centro di estetica, in via del Babuino, a due passi da Piazza del Popolo. Un posto frequentatissimo da molte celebrità: attrici, mannequin, star della tv, top model. Quasi una tappa obbligata, per molte donne in carriera, il salone di estetica di via del Babuino. Specialmente nel periodo in cui Marcello Casoni faceva anche il truccatore per i divi della televisione. Dalle sue «magiche» mani sono passate bellezze celebrate sulle pagine patinate delle riviste più in voga. Marina Ripa di Meana è stata tra le prime, poi è diventata meno assidua. Anche Lucrezia Lante della Rovere ha affidato a «Marcello» la scelta del look più appropriato. E così Edwige Fenech e la prorompente Pamela Prati. Persino le sorelle Fendi, celebri stiliste, vengono annoverate tra le personalità che frequentavano con maggior assiduità il rinomato salone di bellezza. Ed è proprio qui, tra soffici divani e musica ovattata, che gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno messo le manette ai polsi di Marcello Casoni, sotto gli sguardi stupiti delle clienti. L'accusa parla di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Sembra che da via del Babuino passasse molta «coca» destinata ad alcune delle signore che andavano a farsi curare il viso da «Marcello». Nella sua «sventura», l'estetista delle dive, ha trascinato il collega di lavoro: il parrucchiere Michele Spanò, un calabrese di 35 anni. Anche per quest'ultimo la Guardia di Finanza ipotizza il reato di detenzione di droga. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari Mario Almerighi, su richiesta del Pm Silverio Piro. Ma non è tutto: l'operazione del Nucleo di polizia tributaria ha coinvolto altre otto persone insospettabili. Tutte sono finite a Rebibbia. Due di queste, indicate dalle «Fiamme Gialle» come spacciatori di eroina, sono state arrestate in flagranza di reato. Le loro generalità, però, non sono state fornite per non intralciare il proseguimento delle indagini. Gli altri arrestati sono: Salvatore Fenech, cameriere di 37 anni; Massimo Di Marcotullio, 32 anni, custode di un istituto scolastico privato; Roberta Ceccaroni, casalinga di 33 anni; Fabio Graziosi, 32 anni, fioraio; Giancarlo Di Fede, 33 anni, commerciante di carni e il disoccupato Antonino Caruso. Solo questi ha precedenti penali per detenzione di droga. Le indagini vanno avanti da mesi: hanno preso lo spunto da un'operazione compiuta nel mese di ottobre dell'anno scorso (sequestrati 8,500 Kg. di cocaina nel porto di Civitavecchia), per allargarsi alla ricerca dell'organizzazione di trafficanti che rifornisce di «coca» il mondo dei Vip, della moda e dello spettacolo. Furono messi sotto control- lo centinaia di telefoni, la Finanza seguì per giorni personaggi sospettabili e non. Tra questi, Casoni e il suo aiutante. Orecchi indiscreti presero a registrare ogni conversazione che avveniva nel salone di estetica. Così fu arrestata Patty Pravo. Dal telefono di via del Babuino furono ascoltate conversazioni compromettenti e, dopo qualche giorno, gli investigatori decisero di perquisire l'appartamento della cantante. Dieci grammi di hascisc e marijuana bastarono, tra molte polemiche, ad aprirle le porte di Rebibbia. Patty Pravo si giustificò dicendo che non riteneva di commettere reato detenendo una piccola quantità di stupefacenti per uso personale. L'interprete di «Ragazzo triste», canzone-mito degli Anni 60, rimase in cella tre giorni, in stato di isolamento. Fu liberata dopo il colloquio col magistrato. E' il seguito dell'inchiesta che mise nei guai anche Patty Pravo A sinistra Pamela Prati Accanto Patty Pravo, sotto Marina Ripa di Menna e, in basso a sinistra, Lucrezia Lante della Rovere

Luoghi citati: Civitavecchia, Meana, Roma