«Gli handicappati costano» di Franco Pantarelli

«Gli handicappati costano» USA Perot: le spese per il loro inserimento sociale sono uno spreco «Gli handicappati costano» Anche Nixon e Katharine Hepburn si schierano con lo sfidante del Presidente Dan Quayle attacca il miliardario definendolo «un imprevedibile riccone» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Ormai i passi verso la candidatura ufficiale di Ross Perot alla presidenza degli Stati Uniti si stanno moltiplicando. Formalmente, come si sa, lui non è ancora candidato, ma soltanto ieri è accaduto: a) che nel New Hampshire sono state presentate le firme necessarie per partecipare all'elezione, portando a 14 il numero di Stati in cui questa incombenza è stata evasa; b) che altri due personaggi che contano negli eventi elettorali hanno raggiunto l'uomo del Texas (si tratta di Gerald Rafshoon, che fu consulente di Jimmy Carter, e di Guy Molinari, il capo dei repubblicani di Staten Island, dove il partito di Bush tradizionalmente prende l'80 per cento dei voti); c) che la campagna elettorale di Perot ha subito una sorta di salto di qualità, nel senso che ha deciso di non affidarsi più soltanto alla televisione ma di cominciare a fare delle apparizioni pubbliche, con tanto di folla osannante, di bandierine agitate e di cappellini col suo nome, come si conviene a un «normale» candidato; d) che è stata «varata» l'automobile ufficiale che Perot utilizzerà per le sue apparizioni: naturalmente è una patriottica Cadillac, bianca e attrezzatissima, sul fianco c'è la firma di Perot. Le persone che si scoprono amiche del miliardario sono in continuo aumento e fra di loro è ormai chiaro che c'è anche Richard Nixon. Le bordate che l'ex presidente ha recentemente lanciato contro la «povertà» della politica di Bush finora erano state viste come un suo «bisogno spontaneo», che solo incidentalmente faceva il gioco di Perot; ma adesso si comincia a ricordare che fra i due c'è un'antica amicizia e che nel momento più nero della vicenda Watergate, quando ormai più nessuno credeva a Nixon, Perot gli offrì un milione di dollari da destinare alla «ricostruzione della sua immagine». Oggi Nixon lo ringrazia con il suo appoggio e con delle «lezioni» di politica estera. Un altro degli amici che Perot ha conquistato ha un nome che per molta gente significa anco- ra qualcosa: quello di Katharine Hepburn, la protagonista oggi 83enne di tante «sofisticated comedies» con Spencer Tracy e Cary Grant. Lei, che per tutta la vita non mai voluto schierarsipoliticamente e che è nota anche per il profondo rispetto che nutre nei confronti del denaro, questa volta ha deciso di prendere posizione, inviando perfino un assegno di 1000 dollari alla campagna di Ross Perot. I prossimi atti formali della consegna delle firme in California, Colorado, Massachusetts e Maryland, ha deciso Perot, coincideranno con grandi manifestazioni in suo onore. E la più «eccitante» sembra destinata ad essere l'ultima, che avrà luogo ad Annapolis, la capitale del Maryland, il giorno 24. In quella città c'è infatti l'Accademia Navale, dove Ross Perot si diplomò nel 1953. In pratica è la sua seconda casa. La previsione è che nella cittadina finiscano per convergere almeno 50.000 persone. La campagna di George Bush sembra sempre più nel panico, e in prima linea - essendo il presidente impegnato a Rio de Janeiro - c'è il povero Dan Quayle, che ieri ha pronunciato un discorso in cui, dimenticando per un momento di essere il rampollo della famiglia padrona dell'Indiana, si è scagliato contro questo «imprevedibile riccone», che si permette perfino di disdegnare la Costituzione. A testimoniare sulle idee «pericolose» di Perot ieri è uscito anche un documento di qualche anno fa in cui lui sostiene che quella di agevolare l'inserimento sociale degli handicappati è un'attività che fa «sprecare denaro». Ma il pubblico continua ad apparire propenso a ignorare queste cose. Franco Pantarelli