Ricatti anche sul pane di Maria Grazia Bruzzone

Ricatti anche sul pane Ricatti anche sul pane Roma, così l'assessore chiedeva soldi ROMA. «Portami i documenti, altrimenti abbasso il prezzo del pane». Dall'inchiesta sull'assessore provinciale del psdi Lamberto Mancini, arrestato a Roma mercoledì mentre prendeva una tangente di 28 milioni, emergono particolari che evocano l'assalto al forno di manzoniana memoria. Mancini, oltre che assessore all'Industria e al Commercio, aveva la delega all'Agricoltura, Caccia e Pesca ed era presidente del comitato provinciale prezzi della capitale. E, a quanto sta emergendo, si muoveva attivamente su tutti i fronti. La telefonata sul prezzo del pane, intercettata dagli inquirenti, era rivolta allo stesso Piero Morelli, neopresidente della Confcommercio e gestore di un grosso panificio, il «moralizzatore di Ostia» già noto per la sua crociata «anti-pizzo», che ha per¬ messo ai carabinieri di cogliere l'uomo politico in flagranza di reato. — - Per far luce sulle possibili irregolarità nella gestione dei prezzi, il giudice Cesare Martellino che conduce l'inchiesta, convocherà nel suo ufficio commercianti e imprenditori. E chissà che non saltino fuori altri dettagli inquietanti. Gli inquirenti si muovono su tutti i fronti. E l'altra notte all'una, dopo l'arresto di Mancini, sono tornati nella sede della Provincia per perquisire la segreteria dell'ufficio riguardante la sua delega all'Agricoltura. Fra l'altro di questa segreteria si occupa Sandro Mancini, fratello dell'assessore, in origine dipendente regionale ma distaccato alla Provincia mentre il nipote Roberto (il figlio fa il giornalista al giornale di partito L'Umanità) era stato chiamato da Mancini all'altra segreteria, quella inerente all'Industria e Artigianato. In tutti questi uffici è stato sequestrato materiale. Intanto il filone principale dell'indagine - i 28 milioni versati come acconto della tangente che l'assessore avrebbe richiesto al neopresidente Morelli in cambio di un contributo di 200 milioni per una manifestazione - va avanti a tappe forzate. Martellino ha lavorato nell'ufficio di Mancini fino all'alba. E se ne è andato portandosi dietro, come allegati, una decina di assegni con importi varianti fra i 20 e i 50 milioni. Si tratta di chèques firmati a favore di alcuni commercianti. L'esponente politico, candidato a deputato, ha sostenuto che si tratta di contributi versati volontariamente da alcuni commercianti a sostegno della sua campagna elettorale. Purtroppo sfortunata, malgrado gli sforzi, come il party da 2000 invitati, con tanto di orchestra e ballerine brasiliane, dato a Subiaco. Ascoltati dal magistrato, durante la notte, i commercianti hanno fornito spiegazioni simili, anche se con delle contraddizioni su chi avrebbe finanziato la campagna elettorale e chi avrebbe restituito il prestito. Interrogata anche la segreta- ria Patrizia Aquilani, accusata insième al suo principale di concussione aggravata. Dopo un'ora di domande la donna era profondamente provata. Pallidissima, si faceva schermo contro i flash dei fotografi. Sembra che alle contestazioni del giudice sia scopppiata a piangere ma che la sua deposizione non abbia fornito particolari utili. Negativi sono stati anche gli interrogatori di Giorgio Bodoni e Paolo Trani, già presidente e vicepresidente della Camera di Commercio prima di Morelli, il quale aveva parlato di accordi tra l'assessore socialdemocratico ed esponenti della Confcommercio. In una telefonata Mancini parlava a Morelli di «impegni da onorare». Ma i due hanno negato la circostanza. Maria Grazia Bruzzone Il Consiglio provinciale di Roma ha deciso la revoca delle deleghe dell'assessore all'Industria e Agricoltura Lamberto Mancini arrestato ieri nel suo ufficio mentre intascava una tangente

Luoghi citati: Roma, Subiaco