Tangenti, l'inchiesta colpisce Baruffi di Susanna Marzolla

Tangenti, l'inchiesta colpisce Baruffi Altri due arresti, perquisita la casa di Giovanni Manzi (psi), scomparso da martedì Tangenti, l'inchiesta colpisce Baruffi Indiziato il responsabile organizzativo della de MILANO. «Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che ho effettivamente ricevuto oggi un'informazione di garanzia per il presunto reato di ricettazione collegato con la nota inchiesta in corso da parte della magistratura milanese». Comincia così un comunicato firmato da Luigi Baruffi, 49 anni (compiuti due giorni fa), deputato, responsabile organizzativo nazionale della democrazia cristiana: è il settimo parlamentare coinvolto nell'inchiesta. L'informazione di garanzia, come spiega lui stesso, trae origine dalle dichiarazioni di Maurizio Prada, anche lui de, ex presidente dell'Atm e «gran pentito» dell'inchiesta. Prada aveva infatti raccontato che con i soldi delle tangenti aveva finanziato un po' tutte le correnti del suo partito (Baruffi è considerato il leader degli andreottiani lombardi). In particolre aveva detto di «aver versato di persona a Baruffi» 300 milioni per il suo «Centro di propaganda». Baruffi, nel comunicato, respinge «ogni addebito di rilevanza penale, nella convinzione di aver agito con correttezza sia nella vita privata che nella politica»; confida «nell'operato della magistratura inquirente». Infine annuncia di aver «informato del fatto il segretario politico Forlani, mettendo a sua disposizione il mandato che mi è stato affidato di responsabile organizzativo nazionale». L'informazione di garanzia a Baruffi non è certo la sola notizia di ieri. Prima notizia: l'esponente de non è l'unico nuovo politico coinvolto. Si dà per sicuro, infatti, un analogo provvedimento contro un altro parlamentare, di cui però non si conoscono nè il nome nè il partito di appartenenza. E' comunque probabile sia un altro democristiano, poiché le indagini sono mirate appunte sulle dichiarazioni di Prada. Per rispondere su queste dichiarazioni si è presentato in procura, accompagnato dal suo legale, Giorgio Cioni, stretto collaboratore dell'onorevole Roberto Formigoni: voleva fornire chiarimenti sui presunti finanziamenti di Prada al Movimento Popolare. Non è stato interrogato perchè i magistrati erano impegnati, ma sarà sentito al più presto. Seconda notizia: ci sono stati due arresti. Il primo è quello di Elio Aquino, 63 anni, consigliere comunale socialista ed ex sindaco di Bollate, comune dell'hinterland milanese; il secondo è quello di Luciano Monzù, un imprenditore. Aquino, accusato di «corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio», non è nuovo alle cronache giudiziarie. Il suo nome, infatti, era già spuntato nell'ambito della cosiddetta «Duomo connection» per i rapporti da lui avuti con Sergio Coraglia, imputato e condannato a 15 anni di carcere. Su questi rapporti è tuttora in corso un'inchiesta-stralcio in cui si ipotizza il reato di corruzione. Aquino è stato «cautelativamente» sospeso dal partito socialista, e con lui è stato sospeso anche l'architetto Silvano Larini che però, a quanto pare, continua a veleggiare tra i mari della Polinesia. Terza notizia: sono stati perquisiti gli uffici e l'abitazione di Giovanni Manzi, 52 anni, socialista, presidente della Sea, la società che gestisce gli aeroporti. Lui è irreperibile: i suoi collaboratori lo hanno visto per l'ultima volta martedì sera; poi non si è più presentato in ufficio e a casa non sono riusciti a rintracciarlo. Lo cercano anche gli inquirenti? Certo su di lui stanno indagando, visto anche il tempo che sono durate le perquisizioni e la quantità di documenti sequestrati alla Sea: però non c'è nessuna conferma che siano stati emessi provvedimenti giudiziari nei suoi confronti. Quarta notizia: è stato interrogato per tre ore in carcere Claudio Dini, ex presidente (so- cialista) della Metropolitana milanese. L'accusa è quella di avere «seppure in via indiretta, partecipato all'acquisizione di denaro per i partiti». Spiega il suo avvocato, Dino Bonzano: «Non ha mai ricevuto nè dato soldi, ma è accusato di aver dato indicazioni sul modo di procedere». In pratica un specie di consigliere, o «organizzatore occulto» del sistema-tangenti. Un'accusa che Dini ha respinto definendola «di pura fantasia». «Il mio cliente - spiega Bonzano - ha precisato che sotto la sua presidenza la gestione della Mm è stata corretta e che lui era stato chiamato in quel posto proprio perchè del tutto estraneo al sistema». Ad accusarlo ci sarebbe «una sola chiamata di correità»: quella di Luigi Carnevale, suo ex vice alla Mm, con cui sarà presto messo a confronto. Susanna Marzolla Imminente altro provvedimento contro un parlamentare L'on. Luigi Baruffi (de) (in alto) ha informato del fatto segretario Forlani Qui accanto 'arrestato Luciano Monzù

Luoghi citati: Bollate, Milano