QUELL'ITALIA IN ARCHIVIO A MOSCA di Sergio Romano
QUELL'ITALIA IN ARCHIVIO A MOSCA QUELL'ITALIA IN ARCHIVIO A MOSCA to. In teoria la formazione del contro-sinistra allargò l'area atlantica della politica estera italiana; in pratica finì per diluirla inserendovi forze che si portarono dietro, entrandovi, tutte le riserve mentali e i preconcetti della loro vecchia militanza pacifista o neutralista. Visto da Mosca il quadro delle forze politiche italiane dovette apparire, per quanto concerneva i rapporti EstOvest, un intreccio di ricatti e condizionamenti reciproci. Ogni partito era ricattato dalla propria ala «pacifista» e questa, a sua volta, era soggetta ai ricatti morali del partito comunista. E poiché anche la Chiesa era diventata, dopo la morte di Papa Pacelli, ecumenica e dialogante, la diplomazia italiana del regimesovietico si fece col passare del tempo sempre più varia e sfaccettata. Lo «strappo» di Berlinguer negli Anni Settanta incoraggiò i so¬ vietici su questa strada. Il pei non era più un partito «fratello», ma era pur sempre un vecchio conoscente con cui gli abitanti della piazza Vecchia avevano una lunga dimestichezza e poteva essere all'occorrenza un utile portavoce per le posizioni internazionali dell'Urss. Mosca perdeva un «referente» ideologico, ma poteva contare complessivamente su una società che presentava, rispetto alla media delle democrazie atlantiche, una eccezionale gamma di interessanti anomalie: un partito comunista eretico ma potente, un partito socialista «massimalista» sino alla seconda metà degli Anni Settanta, un forte manipolo di cattolici di sinistra, un clero ecumenico e progressista, un certo numero di operatori economici abituati a lavorare sotto l'ombrello dello Stato e ansiosi di sfruttare per quanto possibile le potenzialità dell'Eldorado sovietico. In ncssun'altra società occidentale il regime sovietico ebbe, dagli Anni Settanta in poi, un così ampio ventaglio di interlocutori possibili. In nessun'altra società occidentale la gamma dei possibili «compagni di viaggio» pacifisti, neutralisti, terzaforzisti, anticapitalisti - fu così larga. Se ne servì l'Urss di Breznev, anche se non potè impedire che l'Italia, alla fine degli Anni Settanta, desse prova di lealtà atlantica e accettasse i missili Cruise sul proprio territorio. Se ne servì l'Urss di Gorbaciov quando lanciò la grande campagna pacifista del 1986 ed ebbe bisogno di ambasciatori che lo accreditassero nel mondo come il Grande Riformatore. Gli archivi ci diranno un giorno quali rapporti, confessabili e inconfessabili, i comunisti sovietici abbiano tenuto in questi anni con i loro interlocutori italiani. Ma non è necessario attendere la fine delle indagini per conoscere il ruolo dell'Italia nella strategia di Mosca e per sapere come il regime sovietico abbia cercato di utilizzare la vulnerabilità della società italiana. E' questo, ancor più dei finanziamenti illeciti, l'aspetto della vicenda che dovrebbe maggiormente preoccuparci. Sergio Romano
Persone citate: Berlinguer, Breznev, Cruise, Gorbaciov, Papa Pacelli
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