«Voglio aiutare Di Pietro»

«Voglio aiutare Di Pietro» Zampini scrive «Voglio aiutare Di Pietro» In carcere dal 5 maggio accusato di ricettazione di titoli, Adriano Zampini, il protagonista dello scandalo delle tangenti dell'83, ha scritto al giudice milanese Di Pietro per mettere a disposizione la sua esperienza di «ex-corruttore» e contribuire a «smascherare questo sistema perverso che è regola nel Paese». Già provato fisicamente dalla detenzione nel carcere di Pinerolo dove, 10 anni fa, furono rinchiusi alcuni dei politici da lui accusati, Zampini ha anche iniziato lo sciopero della fame. «E' l'ultima forma di protesta contro il malcostume e il malgoverno come regola di vita in tutti i settori della società. Ho il serio timore che il giudice Di Pietro prima o poi sia dirottato sulle sabbie mobili, come nel mio piccolo io sono stato dirottato in questa palude» afferma Zampini legando, forse un po' presuntuosamente, i destini dell'indagine milanese ai suoi: «Dopotutto - aggiunge dimostrando di non aver perso del tutto il suo humour - Di Pietro concede subito a tutti gli arresti domiciliari, mica come a Torino...». «Bel modo di trattare chi, dopotutto, ha collaborato grandemente con la giustizia», dice il suo legale, Mario Borghezio. Zampini afferma anche di «pregare per Di Pietro affinché giunga alla conclusione del suo lavoro senza cadere in qualche trappola disseminata lungo il cammino».

Persone citate: Adriano Zampini, Di Pietro, Mario Borghezio, Zampini

Luoghi citati: Pinerolo, Torino