Tappa a Vercelli, capitale del riso

Tappa a Vercelli, capitale del riso Il Comune, per primo nella Penisola, nel 1243 abolì la servitù della gleba Tappa a Vercelli, capitale del riso Gli «Itinerari» nell'antica rocca dei Celti Oltre due millenni di storia, dagli aratri a chiodo dei suoi primi abitanti alle sofisticatissime macchine usate oggi in risicoltura: questi i poh tra i quali si è dipanata la vita di Vercelli, antica «rocca dei Celti» e moderna «capitale del riso». Entra nella storia nel 101 avanti Cristo, con la vittoria di Caio Mario sui Cimbri, ai Campi Raudii; segue la Vercelli prima diocesi dell'intero Piemonte grazie a quel santo vescovo Eusebio, definito dagli immediati successori «martire» anche se la sua morte non fu cruenta; poi, l'abolizione della servitù della gleba, proclamata il 10 luglio 1243 dal libero Comune di Vercelli, primo in Italia. Segue il periodo della stagione artistica con le scuole dei Gaudenzio Ferrari, dei Giovanni Antonio Bazzi, «il Sodoma», dei Gerolamo Giovenone e dei Bernardino Lanino; senza di- menticare i celebri stampatori vercellesi e trinesi come Bartolomeo di Carlo, che imprimeva già nel 1474, Giovanni Rosso, Guglielmo Animamia, Giovanni Cereto detto «Tacuin da Trino». Nel mentre, a Luce dio, i «santi monaci» avevano iniziato la coltivazione del riso. Poi vennero anche i rovesci con gli assedi, le pestilenze, i saccheggi. Abbattute le sue or¬ gogliose mura volute da Emanuele Filiberto «Testa di ferro», Vercelli si trovò facile preda delle orde austrìache che la occuparono durante il Risorgimento, ma alle quali rese difficile la vita con l'allagamento anticipato delle risaie. Se la prima guerra mondiale non provocò grandi dissesti, non altrettanto si può dire della seconda quando, dopo un anno e mezzo di aspra lotta partigiana, Vercelli si trovò sì liberata dai tedeschi, ma pressoché isolata, con una quarantina di ponti abbattuti, strade dissestate, incalcolabili danni in tutti i settori della vita sociale. Da allora ebbe inizio, per durare una quindicina d'anni, quel fenomeno generalmente noto come «ricostruzione», al termine del quale Vercelli fu in grado di guardare con animo sereno al suo futuro. Ma questa è storia di oggi. [r. s.] La Basilica di Sant'Andrea

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