Bob Wilson e la Stein scoprono la lampadina

Bob Wilson e la Stein scoprono la lampadina Arriva «Doctor Faustus Lights the Lights» Bob Wilson e la Stein scoprono la lampadina Sabato a Venezia per la Biennale Teatro con una compagnia di giovani tedeschi VENEZIA. Nuovo segnale di vita dalla Biennale Teatro. Dopo la rassegna Kantor dell'anno scorso, approda sabato al Goldoni «Doctor Faustus Lights the Lights», ultima creazione di Bob Wilson tratta dall'omonima commedia di Gertrude Stein. Lo spettacolo, interpretato dai giovani della Ernst Busch-Schule, ha debuttato in aprile allo Hebbel Theater di Berlino. Dopo le recite veneziane (che si concluderanno il 17 giugno), «Doctor Faustus» andrà ali Argentina di Roma (22-28 giugno), a New York (7-9 luglio), a Salisburgo (27-30 luglio) e a Parigi (22-31 ottobre). E' la seconda volta, dopo «Edison», che Bob Wilson affronta il tema della luce. Ma in questi tre atti dal plot quasi inesistente, l'argomento non supera la soglia dello spunto poetico. Faust vende l'anima a Mefistofele ottenendo in cambio il potere di trasformare la notte in giorno. Poi si accorge che avere scoperto la lampadina non interessa nessuno. Gli resta Margherita (anzi Marguerite Ida and Helena Annabel), che muore per il morso di una vipera. Faust vorrebbe seguirla all'inferno, Mefistofele gli dice che non può, se prima non commette un delitto. Faust uccide gli altri due personaggi della commedia, un cane parlante e un ragazzo. Wilson ha scelto il testo della Stein per la sua natura letteraria più che teatrale, per l'accumulazione e la catalogazione verbale, per la struttura musicale. Non ha voluto tradurlo in tedesco, né ha voluto portare la musicalità alle estreme conseguenze. Ha detto: «Con un'opera come questa bisogna andare cauti... se si cerca di fare musica, si distrugge tutto. Bisogna trattare il testo con una certa umiltà o rispetto, si deve mantenere una certa distanza nei suoi confronti». La distanza dovrebbe essere garantita proprio dagli attori che, durante le prove, spesso non capivano ciò che dicevano. Per Wilson la cosa era interessante, permetteva di costruire l'azione scenica così come Cézanne dipingeva un acquerello: «Si comincia con il primo strato, lo si ricopre leggermente, poi si sovrappone un altro strato, poi una pennellata». I vari strati del «Doctor Faustus» sono costituiti dalla musica di Hans Peter Kuhn e dalla gestualità degli interpreti. E non è un caso che questi siano tutti tedeschi. Per Wilson la preparazione fisico-gestuale degli attori dell'ex Berlino Est è la migliore al mondo. «Hanno una tecnica superiore - ha spiegato -. Ciò implica un training del corpo che si aggiunge a quello spirituale. E' un'educazione diversa, coinvolge il corpo e lo spirito». Lo scopo è arrivare al cuore artistico della Stein: a quella misteriosa entità «che è architettura, struttura, ritmo, comicità». [o. g.j

Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, New York, Parigi, Roma, Salisburgo, Venezia